Milano, piazzale Rosa centrale di spaccio. E l’alleanza tra pusher e anarchici

Corvetto, tre arresti del commissariato in poche ore: in manette nordafricani già bloccati in passato. I controlli per togliere spazio ai criminali e il patto tra spacciatori e autonomi della zona

Gli arresti della polizia

Gli arresti della polizia

Milano - ​Venerdì mattina, mezzogiorno è passato da tre minuti. I poliziotti di pattuglia al Corvetto notano quattro ragazzi che stanno parlando tra loro al centro di piazzale Gabrio Rosa: due di loro sono arcinoti come spacciatori al dettaglio agli investigatori del commissariato Mecenate, guidati dal dirigente Angelo De Simone. Così gli agenti scendono dall’auto e si avvicinano per un controllo: il gruppetto si sparpaglia, ma solo uno si allontana a passo svelto; gli altri tre restano lì. Il primo a essere fermato è un giovane di origine centrafricana, che cerca senza successo di disfarsi di un pezzo di hashish: racconta di essere arrivato lì attorno alle 11.30, di aver visto un altro ragazzo che comprava "roba", di aver chiesto a sua volta "10 euro di fumo" e di aver dato la banconota al pusher. Poi, però, quei soldi sono passati di mano, prima a un altro seduto su una panchina e poi a un altro ancora lì accanto. L. ne indica ruoli e indumenti, ma loro non si scompongono: nonostante abbiano a due passi le divise che stanno per perquisirli, restano accovacciati sui cordoli dei giardinetti.

Un atteggiamento non casuale, come a dire: noi qui ci siamo e continueremo a starci. Benomari S.E., marocchino di 33 anni che in banca dati vanta numerosi alias, precedenti penali altrettanto corposi e una denuncia a piede libero per spaccio datata 22 aprile, tiene cinque dosi (peso complessivo di 10,88 grammi) in un pacchetto di sigarette marca Chesterfield. Ali U.S., maggiorenne da cinque mesi e indagato per lo stesso reato dieci giorni prima, ha sia soldi che droga: 60 euro e 12,37 grammi. Per entrambi scattano le manette e la direttissima, d’intesa con il pm di turno Cristiana Roveda. Finita? No, perché dieci ore dopo, alle 22, la stessa scena si ripete in via Val Maggia, a poche centinaia di metri da piazzale Rosa: gli agenti decidono di controllare il pluripregiudicato Othman A., marocchino di 23 anni, più volte arrestato e sottoposto alla misura dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria proprio negli uffici di via Quintiliano. Lui si agita nervoso, dice di non avere nulla con sé; e invece nasconde 17 grammi di hashish divisi in quattro pezzi nell’elastico dei boxer e 165 euro nella tasca anteriore della tuta.

Conclusione: arresto, il terzo per lui nel 2022 dopo quelli del 17 (sempre per spaccio) e del 22 febbraio (resistenza a pubblico ufficiale). Una serialità che può avere due chiavi di lettura. La prima: i "cavallini" continuano a tornare imperterriti dopo ogni blitz, contribuendo in maniera significativa al degrado di piazzale Rosa, da tempo uno dei centri di smercio più frequentati (anche dai disperati che dormono nelle cantine delle case Aler). La seconda: il controllo del territorio passa anche e soprattutto da operazioni come queste, che magari mettono insieme numeri in apparenza contenuti ma che sono determinanti (specie se ripetute nel tempo) per togliere spazio ai criminali (e preservarlo per chi vuole giustamente vivere quello spazio urbano) ed evitare che prendano definitivamente possesso di una determinata fetta di città, piccola o grande che sia.

Per di più, chi perlustra quotidianamente il Corvetto ha notato negli ultimi tempi il rafforzamento di una tendenza già emersa nel recente passato: una sorta di alleanza tra pusher e anarchici della zona, un patto anti-Stato che si fonda anche sul controllo dei raid illegali negli alloggi popolari (e della popolazione di abusivi che li abita illecitamente). Basti ricordare quanto avvenuto poco più di un mese fa, nel pomeriggio del 26 aprile, quando esponenti di Galipettes e Corvetto Odia si sono presentati proprio in piazzale Rosa per impedire a polizia e tecnici Aler di sgomberare un appartamento; a ingrossare le fila dei manifestanti, tenuti a distanza con un paio di cariche di alleggerimento, c’erano pure diversi abitanti della zona.

 

 

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro