Il futuro di piazza Castello, tutti gli undici progetti in gara

C'è chi apre alle auto. Ora tocca alla città: sondaggio on line di Giambattista Anastasio

Piazza Castello a Milano (Alive)

Piazza Castello a Milano (Alive)

Milano, 28 settembre 2014 - Firmati da altrettanti studi di architettura, sono stati presentati ieri gli 11 progetti in gara per ridisegnare piazza Castello, ora che il Comune ha scelto, sia pur in via sperimentale, di pedonalizzarla. Chiusosi il concorso di idee coordinato dalla Triennale, ora tocca ai milanesi dire la loro: i progetti saranno pubblicati sul sito internet di Palazzo Marino e chiunque potrà far sapere quale ritiene migliore. La consultazione on line si chiuderà a fine ottobre, metà novembre. «Inviteremo i cittadini a esprimere pareri, si spera argomentati, sulle proposte elaborate dagli studi. L’ultima parola – precisa, però, Maurizio Baruffi, capo di Gabinetto del sindaco – spetta alla Giunta, che si è assunta la responsabilità di tale scelta». Selezionato il progetto entro fine 2014, i lavori partiranno tra gennaio e febbraio 2015 per concludersi entro maggio, per l’Expo. 

Che emerge dai progetti in gara? Ci sono alcune tendenze di fondo obbligate, quali l’attenzione a proporre soluzioni di arredo agili nel caso l’isola pedonale non sia prorogata dopo l’Expo. Eventualità remota. Quindi tendenze comuni nei contenuti, quale l’idea di puntare sul verde, con nuovi alberi ma anche oasi naturali e giardini terrazzati. Spopola l’idea di unire il Castello e il Parco Sempione in un unico polmone o, per altri, in un unico salotto. E di trasformare la piazza in un punto di ritrovo per spettacoli dal vivo e in un polo espositivo a cielo aperto. Due progetti prevedono anche il ridimensionamento dell’area pedonale e la riapertura alle auto. In un caso solo alle auto pubbliche e dei residenti, in un altro si invita invece a sostituire la pedonalizzazione con una Zona 30. Baruffi, allora, nota: «Mi pare ci sia da parte di tutti la volontà di non tornare indietro: la necessità della mobilità dolce è infatti riconosciuta anche da chi propone una riapertura, non a caso solo parziale, alle auto». Sanata per metà la frattuta coi comitati dei residenti: «La Giunta era partita in quarta imponendo l’isola dall’alto – ricorda Barbara Bianchi Bonomi –, poi si è ravveduta e ha coinvolto la città e gli studi di architettura. Meglio tardi che mai, ma continueremo a vigilare».

 

UN ANFITEATRO INTORNO ALLA FONTANA 250 ALBERI PER UNIRE MANIERO E PARCO - Piazza Castello cuore di un nuovo foro pubblico capace di ospitare fino a 100mila persone e che si estenda da largo Beltrami al parco Sempione. È l’idea dello studio Fantoni. Due gli accorgimenti proposti: unire il parco al maniero attraverso la piantumazione di 250 alberi e installare intorno alla fontana pannelli in materiale leggero che creino un anfiteatro. 

L'ENORME DISTESA DI BIANCO E ACQUA PER RIFLETTERE NEL CUORE DELLA METROPOLI - Uno spazio di riflessione nel centro della città. Così lo studio Morpurgo-De Curtis vuole la nuova piazza Castello. Il progetto «Ri-conoscere Milano» punta sull’acqua come elemento di riconciliazione con se stessi ma anche su una pavimentazione omogenea, senza cordoli né dislivelli, e dominata dal bianco per trasmettere l’idea della sosta. A corredo nuove grandi aiuole.

L'ISOLA PEDONALE CHIUSA IN UNA CORONA DI PIANTE - Per tracciare il futuro di piazza Castello, gli architetti di Onsite sono partiti da due planimetrie degli Astronomi di Brera risalenti al 1798 e al 1814. L’idea che ne è scaturità è ampliare l’area pedonale a tutto l’emiciclo che circonda il Castello, disporre intorno alle sue mura una corona di alberi e un’area a prato per unirlo al parco. Suolo omogeneo attraverso la bianca calcestre. 

IL SALOTTO URBANO SCANDITO DA GIARDINI - «Ripensare la piazza da un nuovo punto di vista: non più quello verso il centro, ma verso la città». È partito da qui lo studio Obr. Piazza Castello diventa allora un «salotto urbano» grazie a nuovi giardini che si pongono come prosecuzione del parco ma anche degli androni dei palazzi affacciati sulla piazza.

UNO SPAZIO VERSATILE CON VETTURE INCLUSE - Il piano degli architetti di Park vuole far sintesi tra i problemi posti dai cittadini all’avvio della pedonalizzazione. La piazza si connota come spazio versatile: i lati dell’emiciclo si riaprono alle auto dei residenti ridimensionando così l’isola pedonale. Ma al tempo stesso possono ospitare eventi. 

TRA GLI ARREDI VERTICALI PURE PALI PER FUNAMBOLI - Fedele al carattere sperimentale dell’isola pedonale di piazza Castello, lo studio Urbana punta innanzitutto su una «manutenzione intelligente» capace di rivalorizzare quanto già oggi fa parte del paesaggio del luogo,a partire dalle aiuole. Il progetto vero e proprio sarà licenziato solo dopo il 2015. La piazza dovrà però diventare un punto di spettacoli e ritrovo già durante Expo, ecco allora la soluzione degli arredi verticali come i pali, perché versatili. Ne sono previsti pure per funamboli.

LA LOGICA DEI RAGGI E UNA STATUA EQUESTRE - Il Castello e la sua piazza come il sole e i suoi raggi. Il maniero come la palla infuocata e gli immediati dintorni come i fasci di luce che da essa si irrorano. O come petali di un fiore. È la logica seguita dal progetto «Reame» griffato dallo studio Stocchi. La traduzione pratica dell’intuizione è semplice: arredi della piazza disposti come petali intorno al maniero. Il progetto bada pure al retro del Castello, da ornare con una statua equeste parallela, in linea d’aria, a quella in largo Cairoli. 

NO ALLA PEDONALIZZAZIONE, MEGLIO UNA ZONA 30 - «Il tema non è pedonalizzare piazza Castello trasformandola in un centro commerciale o in un villaggio turistico. Il tema è ripensare la grande area che va dalla Triennale all’Arena valorizzando le realtà che vi trovano spazio e facendole dialogare». Questa la filosofia di Francesco Fresa e dello studio «Piuarch». L’idea è quella degli «spazi condivisi, sul modello di Exhibition Road di Londra». Una condivisione degli spazi che non esclude le auto. Il progetto non prevede una pedonalizzazione totale, quale quella varata dalla Giunta, ma una zona a traffico lento, una zona 30, in cui sia proprio lo spirito della condivisione a indurre al rispetto reciproco tra pedoni, ciclisti e automobilisti.

TERRAZZE E BOULEVARD, E' IL PIANO DEI 99 ALBERI - La proposta dello studio Zanuso punta a trasformare i due assi dell’emiciclo di piazza Castello in altrettanti boulevard verdi e l’area centrale in un giardino terrazzato in cui le stesse terrazze fungano in un tempo solo da sedute e da elementi ornamentali. Novantanove le piante che si prevede di installare intorno al maniero, con priorità ad una specie in particolare: il gelso, in virtù del suo legame con la storia cittadina. Non è finita: boulevard e giardini potranno essere scanditi da opere d’arte e installazioni, fornite anche da imprese, sul modello del Salone del Mobile. Un modo per tener vivo il richiamo delle realtà nei dintorni del Castello, a partire dalla Triennale. Il sogno è portarvi poi il Teatro dei Burri. 

UN PALCO DA SHOW DECISO DAL WEB - Stavolta prima di esporre i contenuti, va sottolineato il metodo del progetto. Lo studio «Guidarini&Salvadeo» ha infatti rilanciato agli internauti la sfida di ridisegnare piazza Castello: 372 i contributi arrivati dal web e in particolare dai frequentatori dei social network. Nella sfida si sono calati pure dal lontano Messico e dalla fredda Finlandia. Non stupisce, allora, che il nome scelto per il piano sia «Nevicata14». Che si prevede? Lo spazio del Castello diventerà una sorta di «campo di possibilità»: la pavimentazione sarà di fatto un grande palco per eventi diversi con sotto reti e impianti. Via pali, buche e dislivelli. Largo al bianco calcestre, in ossequio alla «nevicata di idee» .

OTTO OASI NATURALI E CHIOSCHI PER LA SOSTA - Otto nuove aree verdi a scandire la carreggiata centrale di piazza Castello. Ognuna curata dagli enti che gestiscono i parchi di Milano, quali il «Bosco in città», e delimitata da recinti in legno riciclabile. Intorno alle oasi, ecco chioschi di cibi e bevande in cui sostare, anch’essi in materiali sostenibili, leggeri, che si armonizzino col contesto in ossequio ai dettami della Sovrintendenza. Questa, in sintesi, la proposta con la quale lo studio Albori ha partecipato al concorso di idee per delineare il futuro della nuova isola pedonale. Un progetto d’arredo particolarmente attento alla reversibilità della pedonalizzazione, sperimentale fino al 2015, e alle possibilità di ripensarla.

di Giambattista Anastasio

giambattista.anastasio@ilgiorno.net 

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