La piaga dei genitori-ultras nel calcio giovanile: un cattivo esempio che fa solo danni

Urla e insulti dagli spalti agli arbitri (e a qualche allenatore). Non bastano neppure i “messaggi di pace“ fuori dagli impianti sportivi

Il messaggio appeso in bella vista in tanti campi, dalla Valtellina al Mantovano

Il messaggio appeso in bella vista in tanti campi, dalla Valtellina al Mantovano

Pronti, via! Si riparte. Ecco la carica dei 125mila calciatori lombardi “in erba“, in campo per la nuova stagione. Nel week end sono ripartiti quasi tutti i campionati (“agonistica“) del Settore Giovanile Scolastico Figc, ma anche i più piccoli hanno disputato le ultime amichevoli estive (per loro l’inizio dei tornei è previsto nelle prossime settimane). L’entusiasmo è quello del primo giorno di scuola, le buone intenzioni sono quelle di sempre. Così come i cattivi esempi. Che purtroppo, ancora una volta, arrivano soprattutto dai “genitori-ultras“ sistemati in tribuna. Papà contro gli arbitri, mamme contro gli avversari, papà e mamme insieme contro il proprio allenatore. O contro i genitori “rivali“.

Un film già visto, un copione che purtroppo si ripete. Eppure ogni “benedetta“ domenica inizia sempre col sorriso: ritrovo di buon mattino davanti ai cancelli, l’acquisto del biglietto (costa fra i 3 e i 5 euro), il primo caffè tutti insieme, l’incitamento ai ragazzi che si dirigono verso gli spogliatoi. E poi quell’invito a “vivere la giornata di sport“ in maniera civile. Sì, perché da qualche anno sui cancelli o sulle pareti degli impianti sportivi c’è appeso un cartello. Anzi, qualcosa in più. Una vera e propria lettera indirizzata da un baby calciatore ad un papà un tantino focoso.

L’abbiamo trovata in bella evidenza sui campi della provincia di Varese o nei centri sportivi della Bergamasca e ovviamente della metropoli... Ieri c’era addirittura un “murales“ in una grande struttura nell’hinterland di Milano, difficile restare indifferenti: "Lo sai, papà, che quasi mi mettevo a piangere dalla rabbia quando ti sei arrampicato sulla rete di recinzione urlando contro l’arbitro? ... Forse sarà anche vero che l’arbitro aveva sbagliato, ma quante volte io ho fatto degli errori senza che tu mi dicessi niente? Anche se abbiamo perso la partita per colpa dell’arbitro, come tu dici, mi sono divertito lo stesso. Ho ancora molte gare da giocare e sono sicuro che, se non griderai più, l’arbitro sbaglierà molto meno. Papà... io voglio solo giocare...".

Poi però c’è la partita (campionato “allievi“ regionale) anticipata dal minuto di silenzio per le vittime dell’alluvione. Ma quando l’arbitro fischia l’inizio le buone intenzioni finiscono nel bidone dell’immondizia. Perché subito l’uomo (anzi, il ragazzo) in divisa sgargiante finisce nel mirino dei genitori-ultras. Al primo fischio “contro“ ecco un ironico "Arbitro, ma sei gobbo?". E al primo fallo subìto dal proprio figliolo il papà inferocito comincia a imprecare contro il direttore di gara perché non ha ammonito l’avversario. Poi ci si mette anche il “mister“ a rincarare la dose: "Devi dargli il “giallo“, il nostro aveva 60 metri davanti per andare a far gol...".

E così ad ogni contatto visto o non visto, dalla tribuna si sente di tutto: "Che c... stai vedendo? Sei vergognoso...". Urla. E tante offese. Irripetibili. Solo nel recupero l’arbitro, dopo aver espulso un giocatore di casa per un fallo di reazione, si avvicina alla panchina invitando almeno i mister alla calma. Ma dagli spalti piovono altri insulti. Che l’arbitro cerca di ignorare..

E dove i focosi genitori non possono prendersela con il “fischietto“ di turno (nelle partite dei Pulcini o dei Piccoli Calci per fortuna esiste ancora l’autoarbitraggio) ecco che nel mirino dei genitori ci finisce suo malgrado il “mister“ dei calciatori di 7 anni (sì, avete letto bene): "L’allenatore deve farli giocare più larghi - urla un papà in un campo della periferia di Milano -, non capisce un c... di calcio". Gelo sugli spalti. E un pizzico di vergogna fra gli altri genitori presenti. E mentre non sono pochi i dirigenti che giocherebbero a porte chiuse (ma come possono le scuole calcio, in tempo di bollette pesanti, rinunciare ad un incasso di 300 euro?), meno male che c’è chi, come il Real Crescenzago, che decide di dare un segnale all’alba della nuova stagione: i ragazzi dell’agonistica espulsi, non solo dovranno scontare la squalifica, ma arbitrare pure le partite degli “esordienti“. Con buona pace dei genitori.

mail: giulio.mola@ilgiorno.net

 

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