Petizione anti cortei No Green pass: a Milano raccolte 2.500 firme

L'iniziativa di Confcommercio ha riscosso grande successo tra i commercianti e semplici cittadini, stanchi di manifestazioni "ripetitive" che bloccano la città

Corteo No Green Pass

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Milano, 3 novembre 2021 - Ha superato le 2.500 firme la petizione lanciata da Confcommercio rivolta alla "Milano Produttiva" contro i cortei 'No Green Pass' del sabato, che secondo l'associazione meneghina che riunisce le imprese sono costati circa 10 milioni di euro, in termini di mancati incassi, ai commercianti della città. Da una parte, il diritto a manifestare. Dall'altra, le ragioni di chi chiede di non fare più cortei no Green pass, come Confcommercio Milano, che  ha deciso di lanciare una petizione su change.org per fermare "cortei ripetitivi che spesso non rispettano le regole" e che provocano grandi danni economici. Secondo l'associazione, solo per i commercianti di corso Buenos Aires e solo negli ultimi tre sabati, ammonta a oltre 10 milioni di euro il calo di fatturato di negozi, bar e ristoranti nelle ore interessate dalle manifestazioni no Green pass. Che da 15 settimane di fila si ripetono in città. Un appello che ha trovato d'accordo lo stesso sindaco di Milano Beppe Sala.

"I No-vax hanno avuto fin troppo spazio", dice un utente subito dopo aver firmato la petizione sulla piattaforma indicata da Confocommercio. "Non ne posso più di vedere ogni sabato orde di violenti che impediscono di vivere civilmente la nostra città", aggiunge un altro. E ancora: "Siamo la maggioranza anche se non manifestiamo", oppure "non è ammissibile che per i propri diritti si violino quelli dell'intera comunità". C'è anche chi, nel giustificare la propria firma, si limita a un semplice "Hanno rotto le scatole" o a un "credo nella scienza". Confcommercio aveva lanciato la raccolta firme spiegando come Milano voglia far sentire la propria "voce pacifica ma ferma", della "grande maggioranza" dei cittadini "che non condivide la paralisi della città ogni sabato", con cortei "ripetitivi" che "spesso non rispettano le regole creando disagi crescenti e rischi per la collettività". Il tutto anche per salvaguardare il periodo natalizio, da sempre molto proficuo per le attività commerciali.