Pessano con Bornago, 22enne muore accoltellato: una vita stroncata in un attimo

I residenti in via Monte Grappa: era già tardi quando abbiamo capito che stava accadendo qualcosa

Dimitry Simone Stucchi aveva 22 anni

Dimitry Simone Stucchi aveva 22 anni

Pessano con Bornago (Milano) -  «Abbiamo capito che stava succedendo qualcosa quando hanno rotto le bottiglie sui cancelli. Prima non ci eravamo accorti di niente. Ma il ragazzo era in terra – raccontano gli abitanti di via Monte Grappa – vicino a lui c’erano anche altri feriti". Il massacro di Simone Stucchi, il 22enne di Vimercate accoltellato durante una rissa fra bande rivali, è andato in scena mercoledì prima di mezzanotte sotto le loro finestre. Hanno chiamato il 118, ma alla prima sirena è scattata la fuga. Il piccolo centro della Martesana si è risvegliato in preda a un incubo.

«Pessano non è Gomorra", dice il sindaco Alberto Villa parlando di un regolamento di conti organizzato su Internet che si "è chiuso con un bilancio così tragico". "Mi preoccupa però che alcuni ragazzi abbiano adottato quello stile di vita. Non si può morire a 20 anni su un marciapiede". All’ospedale è finito anche un 16enne, colpito da un sasso in testa. Era al parco con gli amici e "ci siamo ritrovati in mezzo", racconta, è un testimone-chiave. È durato tutto pochissimi minuti, "abbastanza per cancellare un’esistenza e rischiare di perderne altre", commenta Rosetta Perego, che vive a pochi metri dal ponticello sul Molgora dove si è consumata la violenza.

"Non abbiamo un problema di teppismo giovanile – sottolinea il primo cittadino – siamo di fronte a un episodio lontano dalla nostra routine, destinato a rimanere tale. Qui, non c’è una questione sicurezza. Semmai, dobbiamo riflettere sull’impatto che il lockdown ha avuto sui più giovani. La pandemia ha alterato la percezione della realtà, ma la vita non è un video-gioco o una serie tv. Pensiamo attentamente ai contenuti dell’intrattenimento che proponiamo ai nostri figli". I dati confermano che il disagio cresce sul territorio. Nella prima parte dell’anno solo nei consultori della Fondazione Martini – a Trezzo, Cernusco, Melzo – hanno chiesto l’aiuto di uno psicologo 4 ragazzi al giorno, un campanello d’allarme confermato dall’aumento dei ricoveri per autolesionismo e depressione. Strascichi del virus registrati in altri centri dell’area: il primo a lanciare l’allarme era stato Bussero, ma anche Vaprio ha fatto sempre più fatica a contenere il fenomeno. L’omicidio di Simone è la punta dell’iceberg e non si chiude qui. I carabinieri cercano chi l’ha ucciso.  

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