Peschiera Borromeo, ex cartiera: monumento al degrado

Fabbrica ancora in attesa di rilancio, meta di intrusi e vagabondi: nel 2011 fu anche teatro di una tragedia

L’ex cartiera Milani-Fabriano in stato di abbandono

L’ex cartiera Milani-Fabriano in stato di abbandono

Pescheiara Borromeo (Milano) - Degrado e abbandono. A oltre dieci anni dalla dismissione, è ancora in attesa di un rilancio l’ex cartiera Miliani-Fabriano di via Liberazione 96 a Peschiera Borromeo. Una grande area industriale a due passi dalla Paullese, comprensiva di uffici, magazzini e casa del custode; un’area che periodicamente torna ad essere mèta d’intrusi e vagabondi, o sversamenti abusivi di rifiuti, e che perciò rappresenta per il territorio una ferita aperta. Ormai la vegetazione, cresciuta in maniera disordinata, ha quasi preso il sopravvento all’ingresso e in diverse porzioni del sito che, nonostante i cartelli di "proprietà privata" e "area videosorvegliata", porta i segni di una serie d’incursioni: forzature sulla recinzione esterna, graffiti dentro e fuori i capannoni abbandonati. Cumuli di macerie e vetri in frantumi sono visibili in più punti dell’ex fabbrica, soggetta anche all’assalto delle intemperie.

Costruito negli anni Sessanta, l’insediamento industriale ospitò inizialmente le Cartiere dell’Orto; negli anni Ottanta subentrò la Miliani-Fabriano, quindi, nei primi anni Duemila, il gruppo Fedrigoni. Il sito era già dismesso da mesi quando, nell’ottobre del 2011, fu teatro di un rave party abusivo finito in tragedia. Uno dei ragazzi che avevano preso parte al festino non autorizzato, il 23enne comasco Mattias Sperotti, morì dopo essere caduto dal tetto dell’ex fabbrica, sul quale era salito, insieme ad un’amica, forse per vedere l’alba. Un lucernario in plexiglass cedette all’improvviso e i due ragazzi precipitarono nel vuoto, da un’altezza di circa sette metri. La giovane restò ferita, mentre il 23enne spirò alcuni giorni dopo, in ospedale, per i gravi traumi riportati nell’impatto col suolo.

Al Comune di Peschiera sono pervenute nel frattempo alcune proposte per la riconversione dell’area in un impianto logistico, o qualcosa di simile, "ma si tratterebbe di un progetto impattante per il vicino centro abitato di Bellaria e in generale per il nostro territorio, che su questo fronte ha già dato tanto. Progetti del genere non sono in linea col sentire della nostra amministrazione che auspicherebbe, per quella zona, delle attività meno invasive - commenta il sindaco Augusto Moretti -. È interesse del Comune che l’area, a vocazione produttiva, venga riqualificata, ma non tutte le soluzioni si sposano coi nostri desiderata". Si aspettano dunque nuove idee e progetti per voltare finalmente pagina.

 

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