Maxi-truffa sui medicinali, perquisizioni a Palazzo Lombardia

Guardia di finanza nella Direzione welfare. "La Regione è parte lesa"

Guardia di finanza

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Milano, 19 aprile 2018 - Una presunta truffa nel settore farmaceutico, che coinvolgerebbe dipendenti e persone legate ad alcune aziende italiane fornitrici di farmaci per ospedali e presidi sanitari. Indagini delle Fiamme gialle che hanno portato a una perquisizione eseguita ieri a Palazzo Lombardia, sede della Regione.

I militari del Nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza di Milano sono andati al secondo piano del grattacielo, alla Direzione generale Welfare, la struttura che governa il sistema sociosanitario lombardo, e hanno acquisito alcuni documenti. Si sono soffermati, in particolare, negli uffici della direzione “Struttura farmaco, dispositivi e Hta” dell’assessorato. Il materiale acquisito è ora al vaglio di investigatori e inquirenti. Le indagini, in una fase ancora iniziale, hanno messo sotto la lente alcune aziende italiane del settore farmaceutico. La Regione, trapela dalla Procura, è «parte lesa», vittima della presunta truffa legata probabilmente alla fornitura di medicinali destinati a ospedali e presidi medici. Il reato ipotizzato è associazione a delinquere finalizzata alla truffa. E nel fascicolo sono state iscritte alcune persone, al centro di perquisizioni tutte eseguite a Milano. Tra loro non ci sarebbero funzionari pubblici e politici regionali. Quella eseguita a Palazzo Lombardia è, tecnicamente, una «perquisizione presso terzi», non nei confronti di indagati. Coordinano l’inchiesta il pm Luca Poniz e Ilda Boccassini, ex capo della Dda di Milano e ora al vertice del dipartimento “delitti contro la pubblica amministrazione e del diritto penale dell’economia”. Un’inchiesta nuova dunque, che sarebbe anche molto diversa dall’ultima che, solo all’inizio di questo mese, ha fatto scattare le manette dei carabinieri del Nas ai polsi di 13 persone per un traffico di farmaci rivenduti illegalmente che avrebbe al centro Giampaolo Giammassimo, titolare della Farmacia Caiazzo e collegato con la ‘ndrangheta. Tutt’altro era l’oggetto dell’inchiesta, sempre del Nas, che l’estate scorsa ha coinvolto quattro medici e funzionari dell’Asst Fatebenefratelli-Sacco, sospettati d’essersi fatti “comprare” da alcune case farmaceutiche con borse di studio, incarichi e pagamenti schermati da filtri societari e convegni.La vicenda più famosa degli ultimi anni, nel settore farmaceutico, è però il caso, nazionale, Avastin-Lucentis: a Roma rischiano il processo i dirigenti di Roche e Novartis; la Corte di giustizia europea ha già dato ragione all’Antitrust che ha multato per 180 milioni le due big pharma, accusate d’aver fatto «cartello» per indurre lo Stato a utilizzare il farmaco più costoso.

 

 

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