"Perdi in Sicilia... ma vinci in Lombardia"

Accordi sottobanco e manovre per spartirsi gare anche al Nord Incontro in città: cravatta in regalo e patto sulla tangente

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"Lui si sta allargando per altrove". Il “lui“ è l’imprenditore siciliano Salvatore Navarra, presidente della società Pfe, e “l’altrove“ è la Lombardia, regione al centro delle sue "manovre espansionistiche". Tentativi di mettere la mani anche su appalti nel Nord Italia che emergono dalle intercettazioni agli atti dell’inchiesta “Sorella sanità“ condotta dalla Guardia di finanza di Palermo, che coinvolge anche il faccendiere milanese Ivan Turola, agli arresti domiciliari con l’accusa di corruzione. A un certo punto, quando sono in corso trattative e abboccamenti sulla spartizione di quella che era definita la "gara delle gare", il maxi-appalto siciliano per i servizi di pulizia e integrati in ambito sanitario dal valore di 227.686.423 euro, Navarra sembra fare un passo indietro. E il responsabile della Centrale unica di committenza della Regione, Fabio Damiani, si interroga sul perché con il faccendiere Salvatore Manganaro, il 7 novembre 2018. "Lui si sta allargando per altrove", afferma Manganaro. "Questo lo farei anch’io, cercando di riciclarsi altrove come mercati diversi, ma in Lombardia lui è con Fer.Co (l’impresa di pulizie milanese che secondo le accuse ha ottenuto l’appalto in Sicilia grazie alle manovre di Turola, ndr), una gara che ancora deve partire (...) L’accordo quadro c’è, ancora si deve fare la gara. Siccome lì c’è il cambio di governo in questo momento...". Poi Managanaro specifica che si stava riferendo al "cambio di governo" di Arca, l’Azienda Regionale Centrale Acquisti della Lombardia. "Il direttore di Arca, che sta per scadere, appartiene a Maroni (...) la gara è ferma, ma loro si sono presentati in Arca con Fer.Co. a Milano. Quindi la cosa più logica sarebbe, dico, tu perdi qua, ma se di là....".

Navarra, qualche giorno dopo, ci ripensa, e incontra a Milano Manganaro, “emissario“ del manager della Regione Sicilia Damiani. E nel capoluogo lombardo viene esplicitato il prezzo dell’accordo: 750mila euro da spalmare in tre anni, con la possibilità di arrivare a un milione, in cambio di una spinta per entrare nella "gara delle gare". Durante l’incontro Navarra consegna, come segno di riavvicinamento, una cravatta come regalo per Damiani. E il maxi-appalto assume un ruolo chiave nella strategia di espansione in Lombardia della Pfe, con sede legale a Milano ma epicentro degli affari in Sicilia. Navarra rinuncia a un lotto, lasciando spazio a una ditta friulana. "L’intervento a favore della Euro&Promos, che doveva arrivare terza nell’aggiudicazione ed assicurarsi così un lotto di valore inferiore – si legge nell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Claudia Rosini – veniva sollecitato da Manganaro al Damiani a seguito delle interlocuzioni del primo con Navarra (...) che gli aveva illustrato come tra le due aziende fosse stato pianificato uno scambio di favori, con il consentire alla predetta ditta, operante in Lombardia, l’ingresso nelle gare in Sicilia, e dalla Pfe di Navarra, all’opposto, operante in Sicilia, l’ingresso alle gare in Lombardia, territorio ove si voleva espandere operativamente". Un passo indietro in Sicilia per sbarcare in Lombardia.

Andrea Gianni

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