Vincenzo, ultramaratoneta a 77 anni: la ricetta di un pensionato sprint

Sport, pianoforte e ottimismo: la ricetta di un pensionato sprint

Vincenzo

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Milano, 15 agosto 2018 - Non ha mai saputo cos’è la depressione e il rancore. Non trascina pigramente le sue giornate ai giardinetti e meno che mai di fronte alle slot machine. Se gli chiedi qual è il suo segreto, Vincenzo Mason, 77 anni, dice subito che è lo sport. Ha partecipato a 165 ultramaratone da 100 km: è stato campione italiano Master (titolo riservato ad adulti sopra 50 anni) nel 2012, alla gara delle Alpi. Non manca l’aneddoto: «Mi hanno dato la coppa sbagliata, quella per la prima donna classificata. Ma me la sono voluta tenere comunque perché mi diverte» racconta. Fra le altre sue imprese le circa 100 maratone da 42 km, di cui 17 a Milano, quindici folli gare di endurance da 24 ore. A giugno dell’anno prossimo punta alla cintura nera di karate. «L’attività fisica dona un grande equilibrio interiore» spiega.

Il primo sport che ha praticato è stato il rugby fino a 30 anni. Non perdeva un allenamento anche quando lavorava 12 ore in tipografia, dove ha esordito come linotipista diventando poi proto di varie riviste. A casa lo ha sempre atteso sua moglie, la pittrice Valeria Liverani, a cui è ancora legatissimo. «Negli anni ‘70 ho subito un infortunio alla schiena. Fu il mio dottore a dirmi che dovevo andare a correre». Consiglio che prende alla lettera: «Ho iniziato percorrendo qualche km, poi gradualmente ho aumentato la lunghezza del tracciato». Nel 1985 la prima ultramaratona, all’Isola d’Elba, a 44 anni: «Sono arrivato fino alla fine ma ci ho impiegato 15 ore. Ho passato i tre giorni successivi con la febbre a 40°». L’ultima è stata la 100 km del Passatore, fra Firenze a Faenza, il 26 e 27 maggio: «Sono partito alle 15 e sono arrivato alle 9 del mattino del giorno dopo. Tormentato dalle vesciche ma fino alla fine come nelle precedenti 33 edizioni».

Come è nato l’incontro con le arti marziali? «Facevo yoga ma ero un po’ stufo. Così mi sono recato dal maestro Carlo Pedrazzini al Funakoshi Club. Era il 2013. Da allora due volte alla settimana sono in palestra. Ho passato l’esame per la cintura marrone un paio di mesi fa. L’anno prossimo a giugno ci sarà quello per cintura nera». Mason fa non solo kata, le forme tecniche da eseguire perfettamente, ma anche kumite, combattimento: «Sono il più anziano nel dojo ma mi so difendere» dice il karateka. Qual è la sua dieta magica? «Non bevo superalcolici né fumo. Mangio tanta frutta e verdura e poca carne. Bevo tantissima acqua. Mi concedo ogni tanto una birra piccola. A Ferragosto qualche bicchiere di Lambrusco. Senza rinunciare, prima, alla mia piccola corsettina». Con cui intende circa 20 km al Parco Nord. Una scelta che non è obbligatoria per tutti: «Il mio consiglio a chi ha raggiunto la terza età è muoversi. Basta prendere le scale. O camminare a piedi fino in Duomo». Ma lei se non può allenarsi che fa? «Suono il piano. Basta non stare fermo e sto bene».

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