"So Lunch", i cittadini si trasformano in chef

Pausa pranzo in casa d'altri, ospitati da "cuochi" che condividono la propria tavola

Le ideatrici della start-up Luisa Galbiati ed Elena Seccia

Le ideatrici della start-up Luisa Galbiati ed Elena Seccia

Milano, 18 agosto 2016 - "Pranza come a casa tua", lo slogan. Il concetto alla base è un po’ più ampio. «Avevamo un sogno: poter consentire a persone che per vari motivi sono inoccupate, stanno a casa e vivono una condizione di isolamento sociale, di guadagnare un po’ aggiungendo semplicemente un piatto o due a pranzo, condividendo la propria tavola con lavoratori o studenti». Detto fatto, da aprile "So Lunch" (www.solunch.it) è entrato nelle case e sulle tavole dei milanesi: la cucina diffusa a portata di clic. A idearla sono state due amiche, l’una manager, l’altra imprenditrice rimaste senza lavoro. "A 50 anni suppergiù di età. Ma ne dimostriamo 10 di meno", spiega Elena Seccia che condivide il progetto con Luisa Galbiati (e Oscar Figus per il sito). "Siamo tutti i iperconnessi – dicono – ma quando resti disoccupato ti isoli. Ma cosa c’è di meglio, in Italia, di una buona tavola per incontrare gli altri etrovare nuovi stimoli? Così abbiamo inventato la cucina diffusa che permette alle persone di prenotare e pagare pranzi in una casa privata durante la pausa pranzo e mangiare come a casa propria in modo sano e tranquillo. O di cucinare arrotondando. Anche se dalle nostre interviste, l’obiettivo primario dei nostri associati è socializzare, conoscere persone".

Attualmente sono 450 gli iscritti "in progress", in ogni quartiere della città a questa start-up partita da Lambrate. Per lo più So-Diner (gli ospiti) ma non mancano i So-Chef. Per i primi la selezione passa attraverso la richiesta di carta d’identità, numero di telefono e luogo di lavoro. Per i secondi Elena e Luisa vanno sul posto in qualità di a controllarne affidabilità e maestria ai fornelli. Sul sito si può lasciare la recensione. Il meccanismo è semplice: si può cercare un So-chef per il giorno e la zona preferiti. O ci si può proporre per cucinare a una data stabilita per i So-diner. Prezzo medio per l’ospitalità: 7-8 euro. Lo chef paga una piccola commissione.Per Ferragosto i ritmi si sono rallentati ma a settembre si riparte di gran carriera. Selezionato tra i 30 semifinalisti (su 1.400 progetti) allo European Social Innovation Competition 2015, il portale si avvale del patrocinio della Lega nazionale consumatori, ha conquistato il premio "Il coraggio di Innovare Digital Awards 2015" di Regione Lombardia e UnionCamere e attualmente partecipa allo StartUp Training dell’Università Bocconi ed è ospitato dall’acceleratore d’impresa Rinascimenti sociali di Torino. Infine, Palazzo Marino l’ha inserito, su centinaia di progetti, nell’ambito del primo bando di crowdfunding civico italiano.

Si potrà finanziare "So Lunch" a partire dal 15 settembre (https://www.eppela.com/solunch). Raggiunto un obiettivo predefinito, il Comune raddoppierà l’importo. "Anche perché la piattaforma, che ha la sua seconda base a San Giovanni, Roma, ha bisogno di essere rinnovata". In zona Centrale c’è una delle So-chef più gettonate, Nuccia La Monica, pensionata. "Conoscevo Luisa – racconta – e mi è piaciuta l’idea di poter cucinare per gli altri. Ho una famiglia numerosa, ma da quando i figli sono andati via, mangiare da sola non è il massimo. Invece così si fa una chiacchierata, ci si conosce. Finora son venute 4 impiegate della zona". E non servono piatti ricercati. "Basta un’insalata di quinoa". Potere della sharing economy.

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