Milano, 4 dicembre 2019 - Aveva fretta di nascere, Jeanine. Ha spalancato gli occhietti al mondo dal finestrino dell’auto diretta in ospedale: la piccola è venuta alla luce sul sedile del passeggero. Quando l’ambulanza è arrivata, quel corpicino di 4,480 chili e lungo 51 centimetri era adagiato su quello della sua mamma. Pelle contro pelle. Mentre la mano del papà commosso e orgoglioso reggeva la testolina. Accanto, una donna che passando si è fermata a dare assistenza. Un quadro inusuale nella Milano dell’ora di punta, ieri alle 8.50. Lieto fine con fiocco rosa e la corsa della famigliola, scortata dalla polizia locale, fino all’ospedale Macedonio Melloni: senza apprensione, perché la bambina era già nata e stava bene, così come la sua mamma.
«La piccola è nata con un giorno di anticipo - spiega la mamma, Maria Rosario Gutierrez, boliviana di 36 anni, colf -. Sentivo dei dolori all’addome, così con mio marito abbiamo deciso di raggiungere il Macedonio Melloni dopo avere lascito a scuola gli altri due nostri bambini, Sebastian di 13 anni e Anderson Gabriele di 5». Ma Jeanine ha scombinato i piani. La famigliola vive nel quartiere di Ponte Lambro. Mentre il papà, Wilson Salvatierra, quarantacinquenne boliviano, muratore, guidava verso l’ospedale «si sono rotte le acque». Immediata la chiamata al 118: «L’operatore mi chiedeva ogni quanto avessi le contrazioni - spiega la mamma - ormai erano continue. Mi ha dato istruzioni via telefono. A un certo punto ho sentito che la bambina stava per nascere e ho detto a mio marito di fermare la macchina». E così ha fatto. «Eravamo in via Cardinale Mezzofanti - continua il papà -. Mi sono fermato per aiutare mia moglie. Il sedile non si poteva inclinare, lei quindi si è coricata col busto dalla parte del guidatore e io, sceso dall’auto, mi sono messo dall’altro lato per assisterla. Ho sentito che la testa della bambina stava uscendo, ero emozionato ma nello stesso tempo nervoso, impaurito: ho afferrato delicatamente la testa e ho agevolato l’uscita. La bimba ha pianto dopo circa un minuto e a quel punto io e mia moglie ci siamo tranquillizzati».
L’ambulanza nel frattempo stava arrivando. «Una donna si è avvicinata e ci ha passato l’asciugamano, siamo grati per l’aiuto che abbiamo ricevuto». Sempre il papà spiega il perché del nome: «Jeanine come Jeanine Áñez, che si è autoproclamata presidente ad interim della Bolivia. Vorremmo che il nostro paese si risollevasse. Questo nome può essere di buon auspicio anche per la nostra bambina». All’ospedale la famigliola è stata accolta con gioia da medici e infermieri. «La mamma era già seguita al Macedonio Melloni. Siamo lieti che sia andato tutto bene, ora stiamo fornendo la necessaria assistenza post parto e auguriamo il meglio alla piccola, alla mamma e a tutta la fa miglia«, affermano Luca Bernardo, direttore del dipartimento Medicina dell’infanzia e dell’età evolutiva, e Michele Vignali, direttore di Ostetricia e ginecologia del Macedonio Melloni, che è appena diventato il primo ospedale per la salute della donna in Italia. Ora si festeggia con il fiocco rosa speciale di Jeanine.
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