Parco Belvedere soltanto di nome Il Comune presenta il restauro

L’amministrazione di Cassano è a caccia di fondi per intervenire in questa area abbandonata

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di Stefano Dati

Parco Belvedere di nome, ma non è di certo un belvedere per chi passa davanti all’area verde abbandonata con cancelli chiusi che collega il centro cittadino con il viale ciclopedonale lungo il canale Muzza intitolato a monsignor Favalli. Fra gli intenti dell’Amministrazione sul progetto di valorizzazione del Parco Belvedere, e sua successiva gestione, vi è quello di elevare gli standard di gestione, manutenzione e accoglienza a cui aggiungere interventi per il miglioramento dell’offerta culturale e di servizi. Un disegno di restyling generale che mette sul tavolo della richiesta finanziamenti una cifra importante pari a 963mila euro. Un progetto la cui realizzazione è affidata nell’immediato all’esito sulla richiesta inviata per i fondi Pnrr. "Rivalutare l’area del parco Belvedere - spiega Mario Cerri assessore all’Ambiente - è uno dei tanti interventi che come Amministrazione abbiamo in programma. Contiamo sui fondi del Pnrr, ma se non dovessero arrivare, il progetto non sarà di sicuro messo in archivio. Troveremo certamente il modo, attraverso altri bandi, di finanziare il restyling". A lavori terminati ci sarà poi l’affidamento gestionale privato seguendo l’iter previsto per le assegnazione di aree pubbliche. L’esecutivo politico ha già evidenziato, infatti, l’urgenza di individuare e definire una forma di gestione, per garantire la fruizione e che elevino gli standard di sicurezza e presidio del parco Belvedere, che non possono essere svolti direttamente dall’Amministrazione. Non mancheranno gli spazi per attività commerciale e ristorazione, valore aggiunto all’attrattività di quell’area verde nel centro cittadino le cui origini risalgono all’epoca romana. Si deve tornare indietro al 2004 per l’apertura al pubblico del parco Belvedere dopo i primi lavori di sistemazione. La gestione fu affidata a una cooperativa onulus che ne curò il controllo dell’area fino al luglio 2021 in pieno periodo pandemia. Fu poi a causa proprio dell’emergenza sanitaria, che aveva cambiato le modalità organizzative e di progetto, a costringere la onlus a non rinnovare la gestione. La rinuncia del concessionario per la custodia e manutenzione di quel luogo ha inevitabilmente aperto l’era dell’attuale situazione del parco, e delle strutture, ridotto in evidente stato di abbandono e degrado.

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