Parco Adda Nord, 28 osservazioni alle regole

Ambientalisti e volontari mettono sul tavolo obiezioni che ora dovranno essere esaminate dagli uffici tecnici. Poi si passa in Regione

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di Monica Autunno

Termini per la presentazione scaduti a inizio settimana, 28 le osservazioni al protocollo alla variante al Piano Territoriale di coordinamento del Parco Adda Nord. Per il nuovo “Piano regolatore“ dell’ente fluviale, il primo dopo vent’anni (il vecchio piano risaliva alla bellezza di 22 anni fa) di gestione in salvaguardia, parte la “volata“ finale: le osservazioni, presentate da associazioni, enti e privati, dovranno essere esaminate dagli uffici e poi controdedotte con delibera dell’assemblea dell’ente (oggi si chiama la Comunità del Parco) entro altri 60 giorni. L’ultima manche si gioca in Regione, dove dovranno essere trasmessi tutti gli atti relativi all’adozione e cui spetta l’approvazione definitiva. I tempi, in passato, furono molto lunghi. Ora c’è fretta. Al Piano terrotoriale di coordinamento dell’ente fluviale sono legate previsioni importanti di tutela ambientale, di cooperazione fra enti, lancio e promozione turistica, progetti di rigenerazione. Il Ptc del Parco Adda Nord diverrà operativo dopo la pubblicazione sul Burl. La speranza è che avvenga entro l’anno.

Risale al 25 febbraio, a Villa Gina di Concesa, con la Comunità del Parco in parte presente in parte collegata, e con 22 voti a favore, l’adozione della variante generale al Piano. "Un momento epocale – disse in quella circostanza la presidente del Parco Adda Nord Francesca Rota – e il traguardo di un percorso che abbiamo intrapreso dal momento esatto del nostro insediamento. L’area protetta ha finalmente uno strumento urbanistico moderno, aggiornato e confacente alle esigenze del territorio, che, in 22 anni, è molto mutato". Il percorso per l’adozione della variante era già partito nel 2016, con il vecchio Consiglio di gestione. Si era arrestato in concomitanza con le traversìe giudiziarie che coinvolsero il Parco e poi con il commissariamento, a partire dall’ottobre del 2017. Il nuovo consiglio di gestione con presidente Rota ha ripreso in mano nel 2019 procedura e percorso: un tavolo di consultazione con i sindaci dei 37 Comuni consorziati e poi l’avvio dell’iter di stesura, proseguito ininterrottamente,nel 2020 e 2021, nonostante la pandemia.

L’ultimo passo prima dell’adozione era stato il semaforo verde alla Valutazione ambientale strategica, a dicembre. Fra i "principi fondativi" della variante la salvaguardia del patrimonio naturalistico, della biodiversità e del paesaggio dell’area Parco, la valorizzazione delle connessioni con altre aree verdi, la possibile promozione di azioni rigenerative "dei luoghi e delle infrastrutture attualmente in stato di dismissione, sottoutilizzo o degrado", la tutela delle aree agricole, l’attenzione a progetti infrastrutturali di collegamento frale due sponde e, non certo ultima, una decisa azione per la promozione turistico ricettiva della zona fluviale, "che consenta e incoraggi la fruizione, senza procurare danno ai valori paesistico ambientali".

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