Paragone: "Io, l’outsider contro Sala e Oscar"

Nel suo manifesto elettorale punta il dito contro chi lo guarda, come lo Zio Sam del celebre slogan “I want you for U.S. Army’’

Gianluigi Paragone

Gianluigi Paragone

 

Nel suo manifesto elettorale punta il dito contro chi lo guarda, come lo Zio Sam del celebre losgan “I want you for U.S. Army’’ (Voglio te per l’esercito degli Stati Uniti). La chiamata alle armi lanciata ieri da Pierluigi Paragone, ex direttore della Padania, senatore ex grillino, ora leader del movimento Italexit, è rivolta a tutti i milanesi scettici sulla permanenza dell’Italia e del capoluogo lombardo nella moneta unica.

Paragone si presenta alle Stelline di corso Magenta per presentare la sua candidatura a sindaco per le elezioni comunali di ottobre e viene subito affiancato dall’ex assessore regionale lombardo della Lega Massimo Zanello, che ha lasciato il Carroccio per aderire ad Italexit e che sarà capolista nella sfida per Palazzo Marino, e da Francesca Gentile, giurista che è stata una delle firmatarie del ricorso al Tar contro la Regione Lombardia per la riapertura delle scuole in zona arancione.

"Noi saremo l’outsider, saremo la sorpresa – va all’attacco Paragone –. Milano ha bisogno di un progetto politico diverso da quello del sindaco Giuseppe Sala. Milano è internazionale ed europea e dicono che la nostra proposta è fuori tempo e fuori fuoco, oggi però il mondo bancario è entrato in possesso ed è padrone di Milano. Le periferie sono luoghi dove avvengono i maggiori tagli, si tolgono strutture sanitarie, le case sono un optional e i servizi arrivano quando arrivano. Noi rappresentiamo la scelta politica in cui toglieremo la Golden share alla finanza e alle multinazionali".

Il candidato primo cittadino di Italexit, subito dopo, rincara la dose contro il “verde’’ Sala: "Il green, se deve essere una moda, lo lasciamo ai fighetta. Andatelo a dire nelle periferie del green". Ma Paragone boccia senza appello anche il papabile candidato sindaco del centrodestra, Oscar Di Montigny, genero del fondatore di Banca Mediolanum Ennio Doris: "Il centrodestra non vuole vincere a Milano e così tirano fuori un candidato parente di un banchiere che ha inzuppato il pane nel mondo bancario e finanziario, è un candidato fighetto come la Milano di Sala".

Rispettando il copione dell’outsider contro i fighetti, Paragone alla fine aggiunge: "Per quanto mi riguarda le discriminazioni di genere non sono il primo dei miei obiettivi, il primo obiettivo è difendere il salario delle famiglie". E sul progetto del nuovo stadio di San Siro, il leader di Italexit è netto: "Se si tratta di regalare nuovi spazi commerciali ai fondi di Milan e Inter, dico assolutamente no".

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