"Ci insegnerai per sempre a volare": choc per il paracadutista morto

Fabrizio Del Giudice è precipitato con Gabriele Grossi in un incidente durante una coreografia al Campovolo

Fabrizio Del Giudice

Fabrizio Del Giudice

Milano - ​«Questo è il mio lavoro, la mia passione, la mia vita. Volare non è da tutti ma può essere per tutti almeno una volta nella vita!". Lo aveva scritto sulla sua pagina Facebook Fabrizio Del Giudice, paracadutista esperto di 54 anni, originario di Torino e residente a Milano. Il destino beffardo gli ha strappato la vita proprio mentre danzava in aria, ieri mattina, al Campovolo di Reggio Emilia. Morto anche Gabriele Grossi, trentacinquenne di Viareggio. Entrambi professionisti e istruttori, si erano lanciati nel cielo migliaia di volte. Secondo quanto ricostruito dagli agenti della Questura di Reggio Emilia, che indagano sull’incidente, i due paracadutisti si sarebbero scontrati in fase di volo aperto a un’altezza di un centinaio di metri: in seguito alla collisione i loro paracadute, durante la discesa, si sarebbero intrecciati determinando la caduta al suolo da una cinquantina di metri. Alcuni testimoni raccontano di aver visto il più giovane urtare il cinquantaquattrenne dopo "due spirali in aria. Non l’ha visto, finendogli addosso". I soccorritori hanno tentato disperatamente di rianimarli, invano. Così è finito in tragedia l’evento organizzato dalla scuola di paracadutismo Body Fly University, all’allestimento del quale aveva partecipato lo stesso Del Giudice. In totale 32 paracadutisti partecipavano a una coreografia per stabilire un record in volo. Un volo che per Del Giudice e Grossi è stato l’ultimo della vita. "La quota estremamente bassa – ha scritto su Facebook la scuola promotrice – e la violenza dell’impatto precludevano ogni tentativo di risolvere l’avvitamento delle due vele, e i due precipitavano al suolo".

Del Giudice , fanno sapere gli amici, ha fatto parte della squadra “Ex3Mo“ collezionando vittorie pure ai Campionati italiani di paracadutismo. Poi ha continuato l’attività agonistica ed è diventato istruttore, oltre che “pilota tandem“ per i voli con paracadute a biposto. Ed era pure un “rigger“ in grado di piegare i dispositivi. Non solo: lavorava come tecnico di materiali per un’azienda del settore. Lascia una compagna e i figli, frutto di una precedente relazione. "Era la persona più esperta che conoscessi. Ho visto Fabrizio per l’ultima volta giovedì della scorsa settimana: abbiamo volato in Svizzera, in un tunnel artificiale. I suoi consigli erano sempre preziosissimi. Il paracadutismo avvicina persone che vivono anche in contesti molto diversi, a chilometri di distanza (io sono di Pescara), ed è soprattutto questo il bello di questo sport. Non va demonizzato. Purtroppo gli incidenti possono capitare in qualunque circostanza", commenta Marco Di Giovanni, amico di Del Giudice, che fa parte della squadra “Peraria“.

«Per me Fabrizio sarà sempre il mio Maestro, serio, con il sorriso appena accennato e un cuore enorme. Persona sempre umile, che con calma e professionalità insegnava alle persone a volare. Continuerà a farlo, perché non lo dimenticheremo mai". Su Facebook gli augura "cieli blu". Un’altra allieva si rivolge a lui, per ringraziarlo: "Sei riuscito ad annientare la mia paura trasformandola in forza. Sarai sempre parte di me". Sono decine i messaggi di cordoglio. "Grazie! Mi hai aiutato a realizzare uno dei miei più grandi sogni. Sei stato e sarai a lungo uno dei migliori, un esempio da imitare sia in campo professionale e sia a livello umano". "Ciao amico mio, sarà impossibile dimenticarti. Riposa in pace".

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