Parabiago, il triste anniversario del vecchio Circolino

Il ritrovo d’interminabili partite a briscola, a quasi cent’anni, non ha più gestori: qui è nato nel 1962 il primo “Milan Club“ d’Italia.

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di Gabriele Moroni

Il cartello “Affittasi” e un numero di telefono. Peccato. Perché quel cartello che ci si augura di vedere sparire presto campeggia al 20 di via Quattro Novembre, sulla saracinesca malinconicamente abbassata del bar trattoria Girasole. Almeno questo è l’ultimo nome del locale, ma per generazioni di parabiaghesi e per quelli che hanno i capelli grigi il nome era un altro: il Circolino. Nato quasi un secolo fa, il 12 giugno 1921, come Circolo Cooperativo Umberto I, davanti al notaio Cesare Allemandi, "per la durata di anni 99". Subito entrato nella vulgata come il Circolino, da non confondere con il Circolone, intitolato a Vittorio Emanuele II, padre di Umberto e fra i padri della patria. Valore dell’azione per il socio: 100 lire. Storia di questi tempi grami. Crisi che si somma a crisi. I gusti dei giovani si indirizzano in altre direzioni. La mazzata finale inferta dalla pandemia. A fine giugno gli ultimi gestori, due coniugi cinesi, hanno presentato la disdetta. "Speriamo – commenta Annibale Denti, presidente del Circolo – di riuscire ad affittare, sempre come bar. Altrimenti saremo costretti a chiudere. Qualcuno è venuto a vederlo. Aspettiamo una risposta". Via Quattro Novembre. Una piccola città dove pareva che non mancasse nulla. La scuola elementare, la caserma dei carabinieri, calzature, confezioni, farmacia, panetteria, drogheria, latteria, parrucchiere, la bottega di due sorelle che vendevano bottoni, cartoleria e giornali, tabaccheria, bar, la cappella di Sant’Anna, la filatura dell’Unione Manifatture. E il Circolino. Approdo dei lunghi pomeriggi domenicali. Il fumo di infinite sigarette avvolgeva i tavolini dove si giocava a carte in un clima da derby. Le imprecazioni che si alzavano perdevano ogni carattere blasfemo tanto erano articolate, fantasiose, a loro modo poetiche.

Il Circolino è stato la sede del primo Milan Club d’Italia. Era il 1962. L’idea venne in pullman, per un Sampdoria-Milan, a cinque giovanotti con il cuore fasciato di rossonero. Ragazzi che si chiamavano Silvano Marazzini, Angelo Nebuloni detto “Cocoino”, Giuseppe Venini, Adriano Nebuloni, Ambrogio Borsani. Un contatto con Bruno Passalacqua, segretario del Milan del presidente Andrea Rizzoli e il suo incoraggiamento. Ricerca della sede che fu trovata nel Circolo Umberto I. La bozza dello statuto e l’atto costitutivo: 15 febbraio 1962. Il giorno dell’inaugurazione tutta la squadra era al Circolino. Con il tempo arrivarono anche il Motoclub e il Gruppo ciclistico Libero Ferrario. Quanta storia al 20 di via Quattro Novembre. Perderla sarebbe un peccato. Un peccato grave. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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