Milano, mamma papera sceglie come nido il Museo: a spasso con i piccoli / VIDEO

Famigliola portata in salvo. E "l’angelo del Naviglio" trova un anatroccolo

l piccolo  di germano con Simone Lunghi  il suo salvatore

l piccolo di germano con Simone Lunghi il suo salvatore

Milano, 25 maggio 2018 - Una mamma coi suoi nove figlioletti si aggirava ieri mattina dentro un padiglione del Museo della Scienza e della Tecnologia. Mattinata culturale? Non proprio. Perché ad andare a spasso per le sale non era una mamma qualsiasi ma una papera coi suoi anatroccoli, che a quanto pare aveva scelto il giardino del museo, tra via San Vittore e via Olona, come nido senza che nessuno se ne fosse accorto. E non appena le uova dei suoi piccolini si sono schiuse è andata a cercare acqua e cibo intrufolandosi in uno dei padiglioni, seguita dalla sua «ciurma». Per i dipendenti del museo è stata una piacevole sorpresa accorgersi di quella comitiva ieri attorno alle 9.30. Ma era impossibile tenere lì la famigliola, soprattutto considerando che un museo non è l’habitat ideale. Allora hanno contattato la polizia locale ed è entrata in azione l’Unità tutela animali.

I ghisa sono riusciti ad attirare mamma papera in giardino e a farla entrare in uno scatolone, seguita dai nove cuccioli. Poi la famigliola è stata liberata a Villa Reale, in via Palestro, nel giardino in cui si trova pure un laghetto. Una storia a lieto fine. Come quella capitata pressappoco alla stessa ora lungo il Naviglio Grande, di fronte alla sede della Canottieri San Cristoforo: Simone Lunghi, istruttore di canoa soprannominato «L’angelo del Naviglio» perché tiene puliti i fondali raccogliendo le biciclette gettate da vandali, oggetti e rifiuti, si è imbattuto in un anatroccolo sperduto. «Era solo, senza mamma né fratellini. E non nuotava», racconta. Così è stato subito battezzato «Il brutto anatroccolo», come il protagonista della favola di Andersen.

Un cucciolo di germano - spiega un esperto - che potrebbe avere poco più di una settimana. Lunghi stava preparando «il dragone», una canoa a 20 posti per un’uscita didattica con alcuni studenti della scuola media Confalonieri, quando si è accorto dell’animale. «All’inizio ho pensato solo di fargli una foto e mi sono avvicinato. Poi ho notato che non si muoveva, temevo avesse una zampina malridotta e l’ho sistemato dentro un secchio d’acqua. Lì nuotava senza problemi». E per aiutarlo ha chiamato l’Enpa, Ente nazionale protezione animali. «Una nostra operatrice - spiega Umberto Di Bonaventura, coordinatore della sezione di Milano - lo ha portato al Centro di recupero per animali selvatici di Vanzago, dove verrà alimentato e tenuto sotto le lampade riscaldanti. Poi, da adulto, sarà liberato in un ambiente naturale».

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro