Paola Battaglia: mi dimisi per chiedere di fare pulizia

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L’arresto della “Compagna M“ continua a infiammare il clima politico del Sud Milano. A Pieve interviene Paola Battaglia (nella foto), ex candidata sindaco della lista civica Insieme ed ex assessore del Pd. Lo scorso anno aveva lasciato partito e incarico di assessore ai servizi sociali nella giunta guidata da Paolo Festa denunciando un clima politico ostile dovuto a quello che ha sempre definito il “cerchio magico” del potere. "In merito all’arresto di Monica Bellini posso solo dire che vedere un’altra persona – che peraltro per molti anni è stata individuata come uno dei maggiori pionieri della rinascita di Pieve – protagonista di fatti di corruttela dispiace profondamente. Sempre più penso che ci sia bisogno di ricambio in questo Comune e di andare a vedere mediante commissioni di inchiesta ad hoc ciò che è avvenuto davvero fuori da narrative trionfali, che non trovano riscontro né nelle condizioni in cui versa Pieve né in questi preoccupanti fatti che hanno visto persone con ruoli importanti negli ultimi vent’anni implicate in vicende molto lontane dal concetto di amore della cosa pubblica". Paola Battaglia spiega che la decisione di lasciare la giunta è stata dettata dal disaccordo con la collaborazione con professionisti discussi o indagati come l’ex responsabile dell’ufficio tecnico Arturo Guadagnolo e ora Monica Bellini. Anche a Opera vola la polemica. L’amministrazione replica alle accuse avanzate ieri su queste colonne dall’ex sindaco Ettore Fusco. "Il signor Fusco è chiaramente alla ricerca di visibilità per la sua campagna alle regionali, ma respingiamo con forza il suo tentativo di coinvolgere questa Amministrazione e il Comune in una vicenda in cui non sono coinvolti", ha affermato Barbieri. Rincara la dose Gregorio Mammì, operese e consigliere regionale del Movimento 5 Stelle: "Il tema dei commercialisti per la Lega dovrebbe essere tabù visto che quelli di fiducia del partito di Salvini non solo sono finiti in manette, ma hanno pure confermato di aver frodato la Regione". Il riferimento è al caso dell’immobile destinato a diventare sede della Lombardia Film Commission. Massimiliano Saggese

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