Palestra 'fantasma' in viale Zara, il responsabile: "Pronti a risarcire gli abbonati"

Sportivi furiosi in assemblea, si cerca una soluzione con la mediazione di Federconsumatori

Alcuni abbonati della palestra riuniti in assemblea in via Sebenico a Milano

Alcuni abbonati della palestra riuniti in assemblea in via Sebenico a Milano

Milano, 19 dicembre 2019 - Un segnale di speranza per gli sportivi beffati dalla palestra in viale Zara 9, che all’improvviso ha chiuso i battenti senza rimborsare gli abbonamenti già sottoscritti e pagati, è arrivato ieri, attorno alle 17.

Il legale del responsabile dell’Associazione Polisportiva Dilettantistica Tra Cielo e Terra, il maestro di arti marziali Antonio Varratta, ha telefonato al presidente di Federconsumatori Milano Carmelo Benenti, rendendosi disponibile a «trovare una soluzione», prima che la vicenda finisca in Tribunale. Un passo avanti dopo mesi di silenzio e rabbia da parte di centinaia di milanesi che hanno sborsato somme da 350 fino a 500 euro, che comprendono la quota associativa e l’accesso alla struttura dove, oltre alle attività di sollevamento pesi, venivano organizzati corsi di ginnastica, arti marziali e danza per bambini e adulti.

La chiusura improvvisa è stata provocata dal fallimento della società che aveva affittato i locali, mentre è andata a monte un’operazione che avrebbe dovuto trasferire a un altro gruppo sportivo milanese la gestione della struttura con il pacchetto di abbonamenti già sottoscritti con Tra Cielo e Terra, ora carta straccia. Sul tavolo, stima Federconsumatori, sono rimasti debiti per circa 70mila euro. «I contratti sono stati sottoscritti con l’associazione, e in questo caso il presidente è tenuto a rispondere con il suo patrimonio», ha spiegato Benenti ai clienti che ieri hanno partecipato a un’assemblea organizzata da Federconsumatori. «Apprezziamo la volontà espressa dalla controparte per trovare una soluzione - prosegue - un percorso conciliativo ci permetterebbe di risparmiare tempo e denaro, ma deve essere fatto con serietà».

L’obiettivo è quello di avviare una trattativa per portare a casa il risultato, il rimborso dei soldi versati. In caso contrario scatteranno le denunce, perché «potrebbero esserci gli estremi per un’indagine per truffa». Hanno partecipato all’assemblea persone che hanno sottoscritto abbonamenti per tutta la famiglia e, da un giorno all’altro, hanno visto la palestra abbassare la saracinesca. «Ho frequentato la struttura per dieci anni - spiega una milanese - e non mi aspettavo un simile trattamento. Ho perso un abbonamento annuale “open” da 400 euro, valido per utilizzare la palestra a tutte le ore». Alcuni hanno ricevuto una scarna email, con l’avviso che la palestra avrebbe chiuso per ristrutturazione. Quando hanno chiesto spiegazioni non hanno più ricevuto risposte. «Per l’abbonamento ho sottoscritto un finanziamento con un istituto di credito - sottolinea un’altra cliente -. Nonostante la palestra è stata chiusa, ogni mese arrivavano le rate da pagare».

Per chi ha scelto l’abbonamento rateizzato la strada per recuperare il denaro potrebbe essere più semplice. Federconsumatori si è appellata all’articolo 125 del Testo unico bancario, che regola i contratti. In questo caso la controparte «si è rivelata inadempiente», e l’onere del rimborso dovrebbe ricadere sulla banca.

 

 

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