Padre Damiano e suor Rosanna: la città abbraccia i suoi missionari

Da Vimodrone in Guinea Bissau per aiutare la gente delle baraccopoli e strappare i ragazzini al narcotraffico. I religiosi protagonisti di "Uno sguardo altrove" in sala consiliare, appuntamento da tutto esaurito

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di Barbara Calderola

Le missioni in Messico e in Guinea Bissau, la lotta contro la miseria nelle baraccopoli per strappare ragazzini, che rischiano di diventare manovalanza per il narcotraffico, a un destino già segnato. Vimodrone abbraccia padre Damiano Tina e suor Rosanna Nava, protagonisti di "Uno sguardo altrove", il secondo appuntamento di intercultura organizzato dal Comune con testimoni di realtà lontane "per non dimenticarci i problemi del mondo", spiega il sindaco Dario Veneroni. I religiosi hanno inchiodato il pubblico alla sedia in sala consiliare, tutto esaurito per l’appuntamento.

Padre Tina, nato e cresciuto in città, aspetta una nuova destinazione "dopo essere stato a fianco degli indios in Sud America, in un contesto sociale dove la delinquenza è purtroppo parte della società e calpesta la dignità degli uomini e delle donne". È accanto a loro che ha camminato ogni giorno per tanto tempo. In quei luoghi dimenticati il missionario del Pime ha portato un messaggio di speranza "fondato sull’accoglienza, sull’ascolto, sulla presenza quotidiana, sul sostegno a piccole realtà che vivono in situazioni così estreme".

"Per Vimodrone è motivo di grande orgoglio che i nostri concittadini portino dall’altra parte del modo un messaggio così importante - sottolinea Veneroni -. L’esperienza di padre Tina e di Suor Rosanna Nava, impegnata in Guinea Bissau, è un esempio. La loro vita è una testimonianza in prima persona, ancora più importante se ad ascoltare è una platea di giovani.

L’incontro con le loro esperienze scuote le coscienze". Nel dibattito, la povertà e le disparità che divide il mondo fra ricchi e poveri e la necessità "di ridurre il divario".

Una battaglia sempre più aspra. A colpire al cuore la platea sono la passione e la gentilezza dei relatori che camminano a fianco degli invisibili.

"Una lezione di umanità difficile da scordare che fa bene al cuore sulla quale riflettere", ancora il sindaco.

La stessa emozione si era avvertita in sala al primo appuntamento del ciclo, protagonista la giornalista Cristina Brondoni e il suo reportage "Le dirimpettaie di Kyiv", un racconto crudo e toccante sulla quotidianità della guerra in Ucraina che ha lasciato il segno. Le immagini hanno colto il dolore di uomini e donne protagonisti, loro malgrado, del conflitto.

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