Padiglione Italia, le società insolventi pagano i salari e incassano 500mila euro

Silenti per mesi, copriranno il buco. Così Expo salderà le loro fatture di Luca Zorloni

Palazzo Italia

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Milano, 22 settembre 2015 - Dopo un lungo braccio di ferro, hanno fatto dietrofront e alzato bandiera bianca: le società che avevano vinto l’appalto per la gestione degli eventi di Padiglione Italia, guidate dalla J events & communication srl (Jec) pagheranno i salari arretrati di giugno a una novantina di dipendenti, dopo che Expo spa si era detta pronta ad accollarsi l’onere. D’altronde, il raggruppamento temporaneo di imprese (rti) ci guadagna. Dopo che avrà saldato i 300mila euro che deve a hostess, steward e responsabili del padiglione nazionale, la società capitanata dal commissario Giuseppe Sala sbloccherà 550mila euro di fatturazione arretrata che Jec srl e associati (Euphon communication spa, Martini6 spa, Twister communication group spa, più The Key che è subentrata nel contratto) devono ancora incassare.

La partita, almeno per i lavoratori non ancora pagati, si dovrebbe chiudere entro il 2 ottobre, quando in «sede protetta», come si dice in gergo tecnico, ossia sotto l’occhio dei sindacati, saranno concluse le transazioni. Venerdì scorso le aziende, che avevano disertato il primo incontro a inizio settembre alla Prefettura di Milano con Expo spa, Cgil, Cisl e Uil, hanno capitolato e garantito che copriranno il buco. Sono stati consegnati i cedolini paga, che ora sono al vaglio degli uffici tecnici dei sindacati per verificare la corrispondenza di ratei del tfr, tredicesime e, in generale, delle mensilità riflesse. Il dossier, tuttavia, resterà aperto sulle scrivanie della Prefettura di Milano: i sindacati infatti vogliono fare chiarezza sul cortocircuito organizzativo a Padiglione Italia, dove si sono succedute tre aziende nella gestione degli eventi in meno di un mese e le ultime due – rti guidata da Jec e The Key – sono sparite da luglio, salvo presentarsi in zona Cesarini al tavolo di venerdì scorso. All’apertura dell’Esposizione universale, il personale degli eventi di Padiglione Italia viene selezionato da Manpower, a cui arriva in corsa la richiesta il 28 aprile, a tre giorni dall’inaugurazione.

A giugno, tuttavia, la commessa passa di mano a Jec e alla sua rti, che nel 2014 aveva vinto la gara bandita da Expo spa proprio per la gestione degli eventi dell’area nazionale. Come emerge da visure alla Camera di commercio di Milano, Jec, una srl avviata nel marzo 2014 con un capitale sociale di diecimila euro, gira l’appalto dopo breve tempo a The Key, anch’essa una srl, con il medesimo capitale sociale di diecimila euro, che inizia le proprie attivitià il 18 maggio 2015, pochi giorni prima di prendere in consegna la gara. Tuttavia, Expo spa rifiuta il trasferimento dell’incarico, tanto che The Key fa ricorso al Tar. Così a fine giugno la commessa approda a studio Ega srl, che a sua volta si affida a Manpower. Restano col cerino in mano circa novanta lavoratori, alcuni dei quali nel frattempo hanno concluso l’esperienza tra i padiglioni di Rho. La busta paga di giugno non arriva e per settimane le aziende scompaiono dai radar, tanto da spingere Expo a impegnarsi a saldare il debito. Finché le società non si sono fatte vive per chiudere le transazioni. Crediti arretrati compresi.

Luca Zorloni

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