"Mi chiamo Cristiano, vivo in Duomo". Le farneticazioni del sequestratore/ VIDEO

Un egiziano con precedenti per rapina, ha preso in ostaggio un vigilante dentro la cattedrale. Minuti di terrore per l’uomo rimasto sotto la minaccia di un coltello

L'intervento della polizia e la mediazione all'interno del Duomo

L'intervento della polizia e la mediazione all'interno del Duomo

Milano, 13 agosto 2020 -  «Buttalo. Ti aiutiamo, ma lascia il coltello, andiamo a cercare la tua stanza». Incroci di sguardi, parole rassicuranti. «Come ti chiami?». «Cristiano», risponde il ragazzo circondato dai poliziotti. Tiene ai suoi piedi una guardia giurata puntandole addosso un coltello, mentre gli agenti attorno cercano di convincerlo in tutti i modi a gettare la lama. Una trattativa che va avanti oltre dieci minuti prima di riuscire a immobilizzarlo, disarmarlo e arrestarlo. «Sono come la tua mamma», gli dice a un certo punto l’unica poliziotta presente. «Fidati. Vieni, ti voglio aiutare. Mi tolgo anche il cinturone». E lo butta sul pavimento. Una scena da film. Alle spalle del giovane armato, vestito con pantaloncini e maglietta nera, il confessionale e la parete di pietra chiara. A terra, il marmo pregiato del Duomo. Approfittando di un momento in cui si passa un braccio sulla fronte, un agente gli si scaglia contro: è fatta. Fine dell’incubo, mentre attorno si accalcano gli altri poliziotti e addetti della Cattedrale. Il vigilante preso in ostaggio è salvo, nessuno è ferito.

Paura ieri alle 13 nel cuore di Milano: il ragazzo armato, che poi si scopre essere un cittadino egiziano di 26 anni, si lancia all’interno del Duomo sfuggendo a un normale controllo di polizia. Era stato avvicinato da due agenti del commissariato Centro che gli avevano chiesto i documenti. Da lì, lo scatto: forza il varco di sicurezza dell’ingresso centrale strattonando una guardia giurata che presa alla sprovvista non riesce a bloccarlo. Una volta dentro, viene intercettato da un secondo vigilante che però non riesce a immobilizzarlo e viene preso in ostaggio, con un coltello puntato alla gola.

Immediato l’allarme: sul posto intervengono più equipaggi delle Volanti con il funzionario di turno, il vicedirigente del commissariato Centro con personale in borghese e poliziotti del 3° Reparto Mobile in servizio di pronto impiego in piazza Duomo. E parte la mediazione. Mentre alcuni poliziotti parlano al ragazzo tentando di attirare la sua attenzione, altri riescono a bloccarlo dopo oltre 10 minuti di sudori freddi. L’uomo, egiziano di 26 anni, titolare di permesso di soggiorno di lungo periodo, con precedenti di polizia per furto, viene arrestato per sequestro di persona e resistenza a pubblico ufficiale. Davanti ai poliziotti farneticava, diceva di lavorare in Duomo e di dover rientrare nella sua stanza. Sono in corso accertamenti per stabilire la reale identità e la sua storia: gli approfondimenti investigativi sono affidati alla Digos ella polizia postale. Gli investigatori sono coordinati dal procuratore aggiunto Alberto Nobili, capo della Sezione Antiterrorismo.  Al momento, Digos e procura escludono ogni intento terroristico. 

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