Milano, il tour in farmacia per l’ossicodone: "Due o tre al massimo, non di più"

Inchiesta della Dda, il giro di ricette false e i medicinali oncologici rivenduti in Albania al 40% in meno

Gli investigatori hanno installato microcamere negli uffici di alcuni indagati

Gli investigatori hanno installato microcamere negli uffici di alcuni indagati

Milano - ​Sette farmacie in due ore e 46 minuti. Un tour per procurarsi medicinali di ogni genere, da spedire a Tirana per rivenderli al mercato nero. Era una delle attività più remunerative per il 55enne albanese Ndue Pulaj, arrestato due giorni fa dagli agenti della Squadra mobile di Bergamo e dai carabinieri del Nas di Milano perché ritenuto il capo di un’associazione a delinquere che per tre anni ha lucrato in vari modi sulla sanità italiana, generando un danno complessivo stimato dagli investigatori in almeno 656mila euro tra il 2020 e il 2021, e profitti per 447mila. L’organizzazione, infatti, era sì artefice di un complesso sistema che favoriva l’ingresso di clandestini in Italia (spacciandoli per malati gravi), ma una parte consistente del business era rappresentata dall’approvvigionamento a getto continuo di farmaci costosi, che venivano ripiazzati in patria con una decurtazione del 40%. Il giro illegale era alimentato dalle ricette rosse compilate dai medici complici Domenico Carriero e Domenico Paternicò (a loro volta finiti in carcere), che consentivano a Pulaj di presentarsi al banco e ritirare i medicinali a nome di cittadini stranieri iscritti illegalmente al Servizio sanitario nazionale (Ssn). Ovviamente senza pagare un euro, visto che avevano il codice di esenzione "048", riservato alle patologie neoplastiche maligne e ai tumori di comportamento incerto.

Annotazione della polizia del 4 marzo 2021, Pulaj inizia il giro delle farmacie da piazza Pompeo Castelli: entra alle 16.40 e esce dopo alcuni minuti con "un bustone del tipo della spesa che risulta essere pieno di medicinali". Alle 17.13, la seconda tappa in via San Galdino, zona Cenisio: pure da lì l’albanese se ne va "con una busta in plastica di colore bianco che risulta essere piena". E avanti così: 17.39 in viale Pasubio, poco dopo in via Casoretto, quindi doppia tappa lungo via Padova e chiusura in un punto vendita di Vimodrone. Altro pedinamento due giorni dopo: un agente riesce a mettersi in coda dietro Pulaj in una farmacia di corso Buenos Aires e a fotografarne la ricetta per sei confezioni di Clexane (eparina a basso peso molecolare), firmata da Carriero a nome di una 35enne albanese con permesso di soggiorno per motivi di salute scaduto il 30 settembre 2019. Totale da pagare: 402 euro per chi non ha l’esenzione, 6 per chi ha il codice "048". Pulaj e Carriero sono ben consapevoli dell’illegalità del loro comportamento, tanto che a un certo punto decidono di ridurre la quantità di medicinali da chiedere in farmacia per evitare che i titolari si insospettiscano. "Adesso basta, non ne facciamo più...", dice il 65nne, all’epoca in servizio all’ospedale Uboldo di Cernusco sul Naviglio. "Bravo, no perché è troppo esagerato", conviene Pulaj. In ogni caso, i due concordano la versione da tirar fuori all’occorrenza: "Se ti chiama per quantità – suggerisce l’albanese – cosa devi dire? “Eh avevano bisogno”. Hai capito? “Era mancante e volevano fare la scorta”". Dove finivano quei medicinali? In gran parte, prima in un appartamento di Segrate e poi nel bagagliaio del pullman guidato dall’autista 42enne Alexsander Gjoka, con destinazione Albania. Gli investigatori, coordinati dal pm della Dda Silvia Bonardi, sono riusciti a ricostruire a posteriori il flusso di farmaci, incluse non meno di 222 confezioni di medicinali a base di ossicodone o morfina tra il 2020 e parte del 2021. E a stimare, pur consapevoli d’aver calcolato per difetto, un danno alla collettività quantificato in 258.907,97 euro per 1.585 prescrizioni (di cui 930 del dottor Carriero e 298 del dottor Paternicò) individuate dalla squadra mobile di Bergamo; se si aggiungono altre 326 ricette (167 di Carriero e 159 di Paternicò) scovate dai Nas si arriva a 319.549,2 euro tra il 2020-2021, solo alla voce "medicinali".

Alla quale bisogna però aggiungere la spesa del servizio sanitario nazionale per "non meno di 3.286" prestazioni ambulatoriali e 135 di pronto soccorso, già depurata dai ticket e dai (rari) pazienti in solvenza, e per 15 ricoveri, a persone che non ne avevano diritto o che avevano completamente bypassato l’iter necessario ad avervi accesso, preferendo affidarsi agli “intermediari”.

 

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