Milano, all'ospedale in Fiera occupato quasi un terzo dei letti attivati

Ieri sera il Portello era arrivato a 9 ricoverati e apriva il secondo modulo. Continua la frenata dei contagi. Pregliasco: siamo sul plateau

Il Padiglione del Policlinico in Fiera ha riaperto venerdì. Era in stand-by da giugno 2021

Il Padiglione del Policlinico in Fiera ha riaperto venerdì. Era in stand-by da giugno 2021

Milano - Erano sei già ieri pomeriggio, gli intubati all’ospedale in Fiera riaperto da poco più di ventiquattr’ore. Tutti non vaccinati, come coloro che il controverso scienziato Luc Montagnier (già premio Nobel per la scoperta del virus dell’Aids, benché fosse stato scoperto anche dal team americano di Robert Gallo, e in seguito noto soprattutto per prese di posizione pseudoscientifiche mai suffragate dai dati) ieri arringava a Milano in piazza, assicurando loro che "salveranno l’umanità". Nell’attesa, a salvare i non vaccinati dalla morte per Covid sono i medici e gli infermieri di terapia intensiva: quelli della Fiera entro sera avevano accolto altri tre pazienti, arrivando a nove, e messo in funzione anche il secondo modulo affidato al Niguarda, dopo aver occupato per metà i 15 posti del primo gestito dal Policlinico. 

Nel complesso ieri 22 lombardi sono entrati in terapia intensiva Covid, ma i ricoverati sono scesi di quattro, a 258, per effetto delle uscite e purtroppo anche dei decessi, dato che in Lombardia sono morte, non solo nelle rianimazioni, 77 persone con un tampone positivo al virus. "Il dato più brutto sarà l’ultimo a scendere, perché si tratta di persone che si sono infettate dieci giorni fa - ricorda il virologo della Statale Fabrizio Pregliasco -. E non solo con la variante Delta, perché non è che Omicron non faccia niente: fa meno male, un terzo in meno si dice, ma dà meno fastidio ai vaccinati e in Italia ci sono milioni di non vaccinati". Un altro effetto della contagiosissima Omicron è la moltiplicazione dei ricoverati che sono in area Covid perché positivi al tampone d’ingresso ma sono in ospedale per altri motivi: fenomeno visto anche durante le ondate pre-vaccinazioni di massa, ma in percentuali irrilevanti, mentre ora i Corona “per caso” rappresentano il 40% dei pazienti Covid in Lombardia. 

E sarebbe questa, a quanto risulta al Giorno, una delle cause della recentissima frenata dell’aumento dei ricoverati in area medica Covid, che dalla fine dell’anno scorso crescevano di cento o anche duecento al dì, e da un paio di giorni mostrano incrementi più contenuti (ieri +34, l’altro ieri +17): effetto del passaggio ai reparti non Covid di centinaia di positivi "incidentali" che si sono negativizzati in ospedale. La Lombardia nei reparti Corona ha comunque 3.503 ricoverati, pari al 33,5% dei letti a disposizione e dunque resta sopra la soglia per passare in zona arancione: è rimasta gialla perché i positivi in terapia intensiva, scesi ieri al 16,9% dei posti, sono ancora sotto il limite del 20%. 

Intanto, sul fronte dei contagi, anche il bollettino di ieri conferma che la corsa dell’ondata portata da Omicron a numeri mai visti in pandemia è in frenata, rispetto alla prima settimana nera del 2022: ieri una maxi infornata feriale di 229.741 tamponi ha certificato 33.249 nuovi casi di coronavirus in Lombardia, e il tasso di positività è sceso ulteriormente, al 14,5% rispetto al 20% di lunedì e ai picchi di un test positivo ogni quattro registrati la settimana precedente. 

"Siamo arrivati presumibilmente a un plateau, nel senso che la crescita c’è, ma con una velocità inferiore - traduce Pregliasco -, anche se per capire quando ci sarà il picco dobbiamo aspettare che la curva cominci a scendere. Siamo ancora in una fase acuta, di pre-endemizzazione" del Sars-CoV-2. Intanto, su Facebook, il governatore Attilio Fontana è tornato sulle richieste delle Regioni, per ora inevase dal Governo, che oltre al conteggio a parte dei positivi ricoverati non per Covid riguardano "una semplificazione" di isolamenti e quarantene, "soprattutto per gli asintomatici con ciclo vaccinale completo". "I vaccini - ha ricordato Fontana, festeggiando gli oltre mille vaccinati (894 con la terza dose, 23 con la seconda e 89 con la prima) durante la prima apertura notturna dell’hub vaccinale di Sesto - sono l’unica arma in grado di riportarci alla normalità".

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