Il nuovo ospedale Galeazzi sarà sul sito Expo

Siglato accordo da 25 milioni di euro

Il presidente  di Arexpo  Giovanni Azzone e l’ad  Giuseppe Bonomi (Newpress)

Il presidente di Arexpo Giovanni Azzone e l’ad Giuseppe Bonomi (Newpress)

Milano, 5 agosto 2017 - Il primo pezzo del sito Expo è stato venduto. Arexpo, società proprietaria dei terreni che ospitarono l’Esposizione Universale del 2015, e la Galeazzi Spa ieri hanno siglato un contratto preliminare per la cessione dalla prima alla seconda di un’area di cinquantamila metri quadrati tra Cascina Triulza e il capolinea della metropolitana rossa. Un accordo da 25 milioni di euro, proprio quanti la Galeazzi Spa ne aveva promessi il 12 maggio scorso ad Arexpo nell’ambito dell’offerta economica che seguì la manifestazione d’interesse per l’area. Nei piani c’è la costruzione di un nuovo ospedale, del nuovo Galeazzi. Nelle scorse settimane si è parlato di un ospedale grattacielo, alto tra i 15 e i 18 piani. Una soluzione che sarebbe coerente con la necessità già evidenziata nell’ideazione del sito che verrà: lo sviluppo in verticale, il rubare spazio al cielo più che al suolo. Ma occorre prudenza: la progettazione del nuovo nosocomio è appena all’inizio e al momento non è ancora stata individuata una soluzione definitiva.

Il contratto preliminare appena siglato andrà perfezionato e reso definitivo entro la fine dell’anno ma quello apposto ieri è un tassello significativo lungo la strada dell’ambiziosa missione del post Expo, un tassello significativo verso la realizzazione di quel «Parco della scienza, del sapere e dell’innovazione» nel quale dovrà trasformarsi il sito dell’Esposizione Universale. Solo a fine ottobre si saprà chi dovrà stendere il masterplan dell’area, in tutto 1,1 milioni di metri quadrati tra Milano e Rho. Ma chiunque riceva l’onere e l’onore di ridisegnare il sito dell’Expo 2015 sa fin da subito, sa fin da ora, che in quel disegno ci sono due insediamenti già “scritti”, due insediamenti coi quali “fare i conti” a prescindere. Uno è proprio il nuovo ospedale, il nuovo Galeazzi, che garantirà, oltre ad una molteplicità di reparti e specialità, anche funzioni di ricerca. L’altro è lo «Human Technopole», un polo di ricerca sulle tecnologie in grado di migliorare la qualità della vità, di garantire una terza età sempre più in salute e cure mediche sempre meno invasive. Un progetto per il quale il Governo Renzi ha promesso 1,5 miliardi di euro in dieci anni.

Lo human Technopole avrà sede a Palazzo Italia e si svilupperà per 30mila metri quadrati intorno a quello che nel 2015 fu il padiglione espostivo del nostro Paese. In questo caso per l’accordo basta una firma digitale. L’intesa per ora è con l’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova, proprio uno degli undici partecipanti a quella Fondazione Human Technopole che dovrà firmare l’accordo definitivo una volta divenuta operativa. Per ora esiste, infatti, sulla carta. L’altro vincolo che chi svilupperà il masterplan è tenuto a rispettare, riguarda il verde. Nell’accordo di programma sottoscritto dal Comune di Milano e dalla Regione Lombardia si impone di mantenere a verde almeno il 54% dell’area espositiva.

giambattista.anastasio@ilgiorno.net

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