L'appello degli ortodossi del Lazzaretto al Comune: "Serve una chiesa più grande"

Ogni domenica trecento fedeli in coda per sentire la messa. In via San Gregorio nascerà anche il museo del Lazzaretto

I fedeli

I fedeli

Milano, 8 agosto 2016 - Una chiesetta di legno, nel cuore del Lazzaretto dei “Promessi Sposi”. Un santuario grazioso che non riesce però a ospitare tutti i suoi fedeli che ogni domenica mattina si accalcano nel cortile per ascoltare la messa. Sotto il solleone o con la pioggia, tra le duecento e le trecento persone pregano in via San Gregorio, in una delle nove chiese ortodosse di Milano, la Metropolia di Aquilea, oggi guidata da monsignor Avondios Bica. "Da anni abbiamo presentato in Comune una richiesta per ingrandire un’ala della chiesetta su un terreno che è di proprietà del Lazzaretto, e quindi del Demanio, ma che è stata data in concessione alla Chiesa Ortodossa 45 anni fa – spiega padre Bica, 38 anni, di origine romena ma milanese d’adozione –. Si continua a parlare di libertà di culto, non penso che i nostri fedeli siano di serie B. Qui la chiesa c’è già, è di legno, non di cemento. Si inserisce nell’arte, non è impattante. Chiediamo solo di potere ampliarla, ma da anni attendiamo risposte. La precedente Giunta ci aveva ignorato, speriamo nella nuova amministrazione". Il fascicolo è al vaglio anche del sindaco Giuseppe Sala e della sovrintendenza. "Oggi il terreno è stato incorporato da una scuola materna che però, avendo altre aree verdi, lo utilizza parzialmente, e con cui abbiamo trovato anche un’intesa – continua monsignor Avondios –. Loro sono favorevoli all’ampliamento della chiesa in quanto noi gli sistemeremmo anche il cortile col parco giochi. Non vogliamo togliere nulla agli alunni, ma permettere anche ai nostri bambini di poter venire a messa".

La comunità ortodossa della parrocchia dei Santi Nicola e Ambrogio al Lazzaretto in questi anni è cresciuta: solo nel 2015 ci sono state cento “conversioni”. Sono circa 10mila gli ortodossi residenti in città. "Le nostre porte sono aperte a tutti, vengono anche cristiani cattolici a pregare", spiega Bica, mentre una studentessa silenziosamente si inginocchia davanti a una Madonnina, meta di pellegrinaggio: nel 2010 sull’icona si erano accesi i riflettori di tutta Italia. "Aveva pianto lacrime al profumo di rose – ricorda – tanti da allora vengono a chiedere delle grazie". Oltre all’ampliamento della chiesa monsignor Avondios, appassionato di storia milanese, ha anche un progetto in cantiere: realizzare un museo del Lazzaretto. Sta collaborando con studiosi e archivisti per rimettere assieme tutti i tasselli. "Quando sono arrivato qui c’erano solo cumuli di macerie – racconta anche Evloghios Hessler, Metropolita Primate della Metropolia di Aquileia e dell’Europa Occidentale e arcivescovo di Milano e Lombardia –. Il Comune ci affidò il terreno e il restauro. Abbiamo salvato il Lazzaretto". Da allora gli ortodossi si sono presi cura di quel gioiellino, ristrutturandolo a loro spese, cercando di custodirne la memoria. "Stiamo lavorando per creare un vero museo – spiega monsignor Bica –. Amo l’Italia e Milano, amo la sua storia. Per questo sto raccogliendo tanti documenti, consultando l’archivio; vorrei ridare al Lazzaretto la sua importanza, aprendo le porte ai turisti". Costruito intorno al 1400, reso celebre anche dalla “peste del Manzoni”, nel Novecento venne in gran parte demolito. Resta solo quel prezioso spicchio di storia, fede e letteratura. Nel museo in cantiere si vorrebbero unire le sue due anime: "Alla storia di Milano vorremmo accompagnare un percorso sulla storia ortodossa, con un’ala del museo dedicata alle icone visto che da 45 anni facciamo parte anche noi della storia della città".

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro