Orti della ’ndrangheta, l'ultimatum del sindaco a Buccinasco

Novanta giorni di tempo per sanare gli annosi abusi nel Parco agricolo Sud Milano, in caso contrario si procederà all’esproprio

Migration

Buccinasco (Milano) - ​Nel 2016 , quando il Comune aveva pubblicato il bando per trovare un’impresa che si occupasse degli abbattimenti, si era presentata solo una ditta alla gara. Eppure il lavoro era semplice e remunerativo. Lì, in quel grande appezzamento di terra dietro il campo sinti, nel quartiere Terradeo, in pieno Parco agricolo Sud Milano, nessuno voleva metterci le mani. Li chiamano ancora "gli orti della ‘ndrangheta", perché in questo grande terreno tra alberi da frutto e acqua di roggia, tanti proprietari appartengono alle famiglie mafiose di Buccinasco e Corsico.

Dagli anni Ottanta, in questi orti, si apparecchia per le mangiate domenicali, si sta insieme, col bagno nella piscinetta dei bambini, la carne sul fuoco della griglia. Le tavole di plastica bianca dura sono quelle dei Trimboli, Tropiano, Perre, le famiglie legate ai clan dei Barbaro e Papalia. Ma tra i 60 proprietari di questi "orti" privati ci sono anche contadini, gente per bene. Anche a loro è stata indirizzata l’ordinanza di rimozione di "manufatti abusivi" e altri illeciti firmata dal Comune.

Dentro questi orti, infatti, la polizia locale in sinergia del personale tecnico del Comune ha rilevato ancora degli abusi. Niente di paragonabile a quello che era stato trovato sei anni fa, con lastre d’amianto, demolizioni di auto, casette. Ma ci sono ancora tettoie, baracche, qualche carcassa d’auto. Tutto va rimosso, anche perché lì è tutto Parco agricolo protetto. Il Comune ha quindi intimato a tutti i proprietari del terreno, porzionato negli anni e diviso tra più persone, di togliere tutto. Altrimenti, esattamente come nel 2017, entreranno di nuovo le ruspe del Comune per abbattere tutto.

"A Buccinasco non esiste terra di nessuno – tuona il sindaco Rino Pruiti –. Non abbiamo mai smesso di controllare l’area, dove l’attenzione è sempre stata alta. Se i responsabili degli abusi non dovessero ottemperare entro i 90 giorni concessi, si procederà con ulteriore provvedimento che costituisce titolo per l’immissione in possesso da parte del Comune delle aree". L’obiettivo, insomma, è togliere i terreni a chi non rispetta le regole e poi convertirli a spazio sociale.

Un po’ come si fa con i beni confiscati. In questi terreni dove, negli anni, sono stati scoperti nascondigli di droga e armi, qualcuno ha già rimosso le costruzioni abusive. Altri persistono a conservare le baracche, nascoste dietro cancelli scuri alti oltre due metri.

 

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro