Ordine giornalisti: dopo 60 anni urge una riforma

Ruben

Razzante

Le polemiche sull’utilità dell’Ordine dei giornalisti, che oggi compie 60 anni, si sono ciclicamente riaccese nel dibattito pubblico. Da una parte c’è chi lo ritiene inutile, dall’altra chi lo difende come baluardo della libertà d’informazione. In mezzo ci sono tante sfumature di pensiero, riconducibili alla necessità di rivedere l’ordinamento della professione giornalistica per adeguarlo alle mutate esigenze della civiltà multimediale. L’Ordine fu immaginato in epoca fascista come strumento di controllo politico dei giornalisti, ma non vide mai la luce. Soltanto negli anni sessanta si decise di istituirlo come ente pubblico non economico chiamato a certificare la natura professionale del lavoro giornalistico. Nel frattempo, però, con l’avvento della Rete, sono cambiati i modi di fare informazione e i tradizionali meccanismi di accesso alla professione giornalistica risultano in parte superati. Sui media tradizionali, e ancor più nel web e sui social, è possibile esercitare la libertà di manifestazione del pensiero senza essere iscritti all’Ordine e si sono create tante figure professionali nuove, che di fatto svolgono attività, molto simili a quelle dei giornalisti, di selezione e pubblicazione di contenuti. Urge dunque una riforma dell’Ordine e dei meccanismi di abilitazione all’esercizio professionale, basata sul potenziamento dei percorsi formativi universitari e post- universitari. Non è in gioco solo il futuro della categoria dei giornalisti, ma il diritto a una corretta informazione, minacciato da tanti avventurieri che si improvvisano giornalisti e diffondono fake news e contenuti non verificati, contribuendo a disinformare l’opinione pubblica. Oggi a Roma l’Ordine nazionale dei giornalisti promuove un convegno per celebrare i suoi 60 anni, che dovranno essere un punto di partenza per rilanciare l’importanza dell’informazione di qualità e di chi la produce rispettando la deontologia

professionale e i valori della persona.

*Docente di Diritto dell’informazione

all’Università Cattolica

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