"Ora basta, rivogliamo il nostro lavoro"

Presidio a Linate di Airport Handling contro le scelte di Alitalia. I sindacati: "Rischio licenziamento per 250 e sempre più precari".

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di Luca Mignani

Alitalia torna a Linate, ma 250 lavoratori di Airport Handling, società esterna che fornisce servizi di assistenza a terra agli operatori, restano in cassa integrazione. E scatta la protesta. Ieri mattina, dalle 10 alle 12, il presidio all’ingresso dell’area arrivi dell’aeroporto con un centinaio di lavoratori. Alitalia ha infatti deciso di gestire in autoproduzione servizi affidati all’azienda. Non solo. Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti sottolineano e ritengono "inaccettabile che Alitalia, invece di utilizzare solo proprio personale interno, si sia già rivolta sul mercato per l’assunzione di 30 persone con contratto a tempo determinato, precarizzando ulteriormente un settore molto difficile".

Una scelta temporanea secondo la compagnia. Una decisione che potrebbe portare al licenziamento dei 250 lavoratori di Handling secondo i sindacati, se l’internalizzazione del servizio dovesse diventare definitiva, quando verrà meno il blocco degli esuberi.

"Le risorse governative vanno usate per un’operazione industriale che porti ricchezza e occupazione - afferma il segretario nazionale della Filt Cgil Fabrizio Cuscito - aumentando e non diminuendo le opportunità anche per l’indotto. La continua riduzione di attività che la gestione attuale sta operando, non sfruttando le possibilità di ripresa in un mercato in crisi, ma che ha accorciato le distanze tra le concorrenti, sta procurando problemi ai lavoratori di Alitalia ed anche a quelli delle altre aziende aeroportuali".

Il presidio rappresenta la prima di una serie di iniziative "se non verremo ascoltati. Come altre organizzazioni sindacali abbiamo sottoposto il problema a Comune di Milano, Prefettura, assessorato ai Trasporti, Enac, ma fin qui senza risposta", attacca di Giuseppe Ragusa di Usb.

"Alitalia ha deciso per l’autoproduzione senza rispettare il contratto con Handling e lasciando in cassa integrazione a zero ore 250 persone. L’autoproduzione, peraltro, arriva anche da Malpensa. E da Roma: in trasferta. Una politica di risparmio che non convince, mentre in 250, soprattutto donne, devono restare a guardare: dopo il periodo di lockdown non hanno nemmeno la garanzia di poter tornare a fare il proprio lavoro".

E la promessa di una scelta temporanea da parte della compagnia, in attesa del ritorno al normale traffico aereo, non rassicura. "Si creano esuberi e si mette in difficoltà un’azienda sana come Handling - spiega il sindacalista - che serve Alitalia da 50 anni. Il rientro a lavoro? Non ci sono certezze, con la spada di Damocle rappresentata dalla tenuta dell’azienda a Linate. Alitalia ha parlato di un possibile rientro alla normalità per settembre. Ma se le premesse sono queste la preoccupazione non può essere che alta".

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