Opere da sbloccare in Lombardia, la lista di Fontana al premier Conte

Dall’Alta Velocità a Pedemontana, le richieste del governatore della Regione

Il presidente della Regione Lombardia e il premier Giuseppe Conte

Il presidente della Regione Lombardia e il premier Giuseppe Conte

Milano, 16 marzo 2019 - Sono quattro le grandi opere che Attilio Fontana ha chiesto possano beneficiare in via prioritaria del decreto che il Governo si appresta a varare, non a caso battezzato «decreto sblocca-cantieri». Una richiesta che il presidente della Regione Lombardia ha avanzato alla presenza di Giuseppe Conte, ieri a Roma, nel corso dell’incontro tra lo stesso presidente del Consiglio e i governatori. Il poker di opere calato da Fontana contempla il progetto dell’alta velocità ferroviaria tra Brescia e Verona e il potenziamento della linea ferroviaria Rho-Gallarate per quanto riguarda il trasporto pubblico su ferro. Quanto a strade ed autostrade, sono state invece avanzate le candidature del collegamento tra la SS11 a Magenta e la tangenziale ovest di Milano, con annesso adeguamento del tratto della SS494 compreso tra Abbiategrasso e Vigevano, e, come da pronostici, della Pedemontana Lombarda.

«È stato un incontro costruttivo – ha fatto sapere il governatore lombardo –, un incontro dal quale è emersa l’intenzione del Governo di sbloccare cantieri ed opere che, per motivi differenti, si sono fermati. Le azioni annunciate saranno orientate a semplificare le procedure degli appalti, snellire i contenziosi e accelerare i processi di investimento. Tra i punti su cui il Governo intende operare – ha sottolineato Fontana – c’è la revisione del codice degli appalti, con particolare riferimento al ritorno di un regolamento unico, alla protezione della gestione dalla criminalità, e alla semplificazione». È lo stesso governatore ad elencare, poi, le opere per i quali ha chiesto attenzione all’esecutivo di Palazzo Chigi: «Al tavolo bilaterale la Lombardia tra le opere che necessitano di sblocco segnalerà, fra le altre, Pedemontana Lombarda, il potenziamento della linea ferroviaria Rho-Gallarate, l’Alta Velocità tra Brescia e Verona ed il collegamento tra Magenta, la Tangenziale Ovest di Milano e Vigevano». Vediamole una per una, allora.

Il progetto dell'Alta velocità ferroviaria tra Brescia e Verona è stato inserito anche da Rete Ferroviaria Italiana (Rfi) tra le opere prioritarie per il rilancio della mobilità lombarda. Al momento si sta presisponendo il progetto esecutivo e l’attivazione della linea è stata prevista dalla stessa Rfi per il 2026, al più tardi per il 2028. Ma il decreto potrebbe, ora, accorciare i tempi. Ingenti restano i costi, già preventivati in 3,4 miliardi di euro. Il potenziamento della Rho-Gallarare, ovvero l’aggiunta ora di un terzo e ora di un quarto binario a quelli esistenti, ha sollevato in questi anni l’opposizione di quanti risiedono nei Comuni interessati dall’intervento ed in particolare di quanti risiedono negli immediati dintorni della ferrovia. Da qui il costituirsi di comitati e il succedersi di ricorsi legali che, uniti alle lungaggini della burocrazia e del reperimento fondi, hanno rallentato il piano di intervento. Il progetto definitivo è però concluso e l’iter autorizzativo è in corso. Si pronostica l’attivazione dei nuovi binari a partire dal 2024 per una spesa di 728 milioni di euro. Contestatissimo da comitati e da alcuni Comuni è anche il progetto della Magenta-Vigevano che ha come fine ultimo quello di migliorare l’accessibilità all’aeroporto di Malpensa, tant’è che tale collegamento era previsto dalla Legge Obiettivo, risalente addirittura al dicembre 2001. Anche in questo caso il progetto definitivo è concluso e la realizzazione è prevista ormai oltre il 2020. La stima di investimento è stata dimezzata: dai 435 milioni di euro previsti dal progetto originale si è scesi a 220 milioni di euro, che è, in sostanza, l’ammontare ad oggi effettivamente disponibile. Decisamente nota la situazione dell’Autostrada Pedemontana Lombarda, completata per il 35% e per la quale si è ormai orientati verso il ridimensionamento del progetto attraverso la rinuncia del tratto finale, quello che va da Vimercate alla Bergamasca con un risparmio di 1 miliardo di euro rispetto ai 4,1 miliardi preventivati.

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