Venti operai trattati come schiavi nel laboratorio cinese delle griffe

Dormivano e conciavano pelli senza protezioni nel capannone. Caporalato e sfruttamento le denunce per il responsabile

Le “postazioni di lavoro“ all’interno del laboratorio abusivo in viale della Resistenza

Le “postazioni di lavoro“ all’interno del laboratorio abusivo in viale della Resistenza

Buccinasco (Milano) - Tra materassi buttati per terra, lenzuola aggrovigliate e resti di cibo, c’era anche una culla improvvisata, dove far dormire, per terra, un neonato. Uno scenario di degrado impressionante, dove a impensierire gli agenti della polizia locale guidati dal comandante Gianluca Sivieri non sono state solo le condizioni barbare di lavoro, ma soprattutto il fatto che in quella fabbrica di lavorazione del pellame i lavoratori dormissero, vivendo notte e giorno in quel capannone. L’operazione ha coinvolto un capannone in viale della Resistenza dove era stato allestito un laboratorio di pelletteria abusivo con una ventina di lavoratori, di cui oltre la metà impiegati in nero. Lì dentro, senza alcuna protezione, non solo anti Covid, ma anche nelle postazioni di lavoro dove vengono trattate pelli, vernici, solventi e colle, si realizzavano borse e accessori per grandi marche, griffe di moda rinomate e costose che, a detta del titolare – un quarantenne di origini cinesi come tutti i lavoratori della fabbrica – "approfittano della domanda di lavoro dei laboratori cinesi in tutta Italia per imporre prezzi molto bassi che si ripercuotono sulle condizioni", ha tentato di giustificarsi.

Ma non gli è bastato per evitare una denuncia per reato di sfruttamento del lavoro, caporalato, e occupazione di clandestini: c’erano anche tre irregolari che hanno cercato di nascondersi dentro i rifiuti quando hanno visto gli agenti. La polizia locale ha chiesto l’intervento all’ispettorato del lavoro per emettere la sospensione dell’attività, applicare le sanzioni per occupazione irregolare dei dipendenti per il titolare denunciato e sequestrare il capannone, su cui si stanno svolgendo approfondimenti su illeciti edilizi. «Importante operazione della nostra polizia locale – commenta il sindaco Rino Pruiti – che ha permesso di far emergere una situazione gravissima di sfruttamento e pericolosità. Inaccettabile, soprattutto per la presenza di bambini e persino di un neonato". Gli operai, tra i 28 e i 55 anni, non hanno saputo indicare gli orari di lavoro né la paga ricevuta.