Operai in presidio: "Salvate i posti di lavoro"

Futuro incerto per i dipendenti di Ftp Cnh Industrial finiti in cassa integrazione dopo il trasferimento della produzione a Torino

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di Roberta Rampini

In fabbrica sono rimasti solo dieci dipendenti che lavorano in sala prove motori. Gli altri 240 non ci sono più. Come annunciato a ottobre 2019, le attività produttive e la logistica sono state trasferite a giugno a Torino. Ma ieri mattina i lavoratori della Ftp Cnh Industrial di Pregnana Milanese, l’atelier dei motori marini, sono tornati davanti alla fabbrica in viale Delle Industrie per un’assemblea. "Siamo qui per conoscere il nostro futuro", commenta un’operaia.

Come previsto dall’accordo sottoscritto al Mise, 110 dipendenti sono in cassa integrazione straordinaria fino al 30 aprile 2022, altri 73 hanno accettato il trasferimento in siti del Gruppo, come Torino, Piacenza, ma anche al Sud. Altri 75 sono andati in pensione o hanno sfruttato gli incentivi all’esodo. "Ora dobbiamo trovare una soluzione occupazionale per tutti i dipendenti evitando licenziamenti quando finirà la cassa integrazione – ha dichiarato Roberta Turi, segretaria generale della Fiom di Milano –. Afol (Agenzia formazione e lavoro) avvierà tra settembre e ottobre corsi di riqualificazione professionale per i lavoratori che hanno dato la loro disponibilità. Nel frattempo ci sono due soggetti industriali interessati allo stabilimento, o meglio un’azienda del territorio vorrebbe acquisire la parte della produzione e dovrebbe mantenere un’attività metalmeccanica, facendosi carico di un gruppo di lavoratori. Un’altra azienda adiacente ha manifestato il proprio interesse per l’area perché vuole espandersi, ma non per i dipendenti".

Incertezza e preoccupazione accomunano i lavoratori, "sappiamo che qui non c’è posto per tutti, spero di iniziare presto i corsi di formazione professionale e provare a cercare lavoro altrove", commenta uno. Altri invece sperano di restare, "fino a quando non ci sarà niente di scritto, nero su bianco, non possiamo sapere quanti dipendenti assumerà il soggetto industriale interessato alla parte produttiva – spiega Marco Giglio, rappresentante della Fim Cisl – l’obiettivo è non arrivare alla chiusura definitiva di un’altra fabbrica e mantenere posti di lavoro su questo territorio dove negli ultimi anni molte aziende hanno cessato l’attività".

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