Uccise la sua salvatrice in casa a Milano, "pena lieve"

Omicidio Pavani, la Procura generale: pochi 20 anni. La difesa: troppi. Ricorsi e altro processo

Luca Raimondo Marcarelli l'omicida di Tiziana Pavani (NewPress)

Luca Raimondo Marcarelli l'omicida di Tiziana Pavani (NewPress)

Milano,  4 novembre 2018 - Troppo pochi 20 anni (in abbreviato) per Luca Raimondo Marcarelli, “il dandy” come si faceva chiamare sui social. Troppo pochi per il giovane, 32 anni, che ha ucciso a bottigliate in testa, mentre dormiva, la sua compagna Tiziana Pavani, 55 anni, segretaria in una scuola. Poi ha aperto il gas nel tentativo di far saltare in aria la casa, a Baggio, da cui lui doveva uscire perché lei non lo voleva più. Solo l’intervento di un vicino scongiurò il peggio. Vent’anni in abbreviato per un femminicidio consumato con malvagità: inaccettabili per i parenti di Tiziana. 

Anche la Procura generale, a cui l’avvocato di parte civile Arianna Leonardi ha inviato una memoria, ha ritenuto la pena «troppo lieve» e ha presentato ricorso perché la corte d’Assisse d’appello riveda la sentenza. Appello però ha presentato anche Marcarelli, per il motivo opposto: l’imputato ritiene che 20 anni per avere ucciso la sua compagna siano troppi. «Vuole essere riconosciuto incapace di intendere e volere e vuole essere curato fuori dal carcere», si legge nelle carte del ricorso. Marcarelli non vorrebbe nemmeno le parti civili, la decisione su questo punto spetterebbe alla Cassazione.

Fuori dai complicati tecnicismi, in sintesi, il processo ricomincerà il 12 dicembre. Tutto daccapo, dal secondo grado. Ci sarà la nuova discussione delle parti e la Corte d’Assise d’appello disporrà una nuova perizia sulla reale capacità di Marcarelli che in carcere non si è mai pentito. «Lo giuro credevo che fosse una maschera africana quando l’ho colpita, non pensavo che fosse lei, Tiziana, ero strafatto di droga». L’unica frase che l’ex ha mai pronunciato dal 14 ottobre di un anno fa, giorno dell’omicidio della donna che spesso lo aveva aiutato. Il nuovo esito del processo si giocherà sulla premeditazione. Il 30enne nei giorni che precedevano l’omicidio aveva cercato più volte sul pc: «Come si uccide una donna con un colpo secco. Come si fanno sparire le prove». Ma la relazione della polizia postale non fu tenuta in considerazione, decaduta in abbreviato anche la rapina. Il “dandy”, dopo l’omicidio, se ne andò senza dimenticare il portafogli di Tiziana.

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