REDAZIONE MILANO

Omicidio via Ripamonti, la ballerina lituana resta in carcere. Con la figlia

Confermata l'ipotesi di reato: omicidio volontario del convivente ucraino. Secondo la ricostruzione degli inquirenti la lite era scoppiata per motivi di gelosia. La ragazza voleva andare a vivere da un conoscente italiano

La donna lituana accusata dell'omicidio del compagno in via Ripamonti

Milano, 7 aprile 2015 - Resta in carcere, con la figlia la ballerina lituana che il 3 aprile ha ucciso il convivente ucraino con una coltellata al cuore. Il giudice per le indagini preliminari Stefania Pepe ha confermato l'ipotesi di reato contestata all'esito delle prime dichiarazioni rese da Hoksana Musarova, 26 anni, al pubblico ministero Alessandro Gobbis nella notte tra venerdì e sabato: omicidio volontario di Bilous Ruslan, 31 anni, senza aggravanti, ma anche senza l'attenuante dell'eccesso colposo di legittima difesa.

La donna aveva dichiarato di aver colpito l'uomo nella loro abitazione di via Ripamonti 193 durante un litigio, descrivendolo come violento e aggressivo. Secondo quanto è emerso dalle indagini dei carabinieri coordinate dal pm di Milano Alessandro Gobbis la donna avrebbe aggredito il convivente durante una lite scatenata dalla gelosia. Aveva infatti intenzione di lasciare il compagno trasferendosi, per un periodo, nella casa di un conoscente italiano. È scoppiata quindi la violenta discussione, davanti alla bambina. La donna, forse reagendo a un'aggressione del convivente, ha afferrato un coltello di 38 centimetri e ha colpito l'uomo al cuore, uccidendolo con un solo fendente. Una dinamica tipica da omicidio d'impeto, che nulla ha a che fare per gli inquirenti con una necessità difensiva. Poi ha la donna chiamato i carabinieri, che l'hanno arrestata con l'accusa di omicidio volontario. Sono, inoltre, in corso accertamenti sul trauma cranico riportato dalla figlia di 3 anni e mezzo di Murasova, che secondo Musarova è stata strattonata e buttata a terra da Ruslan. Davanti al gip, da quanto trapela, Murasova si è sottoposta a interrogatorio. Pepe ha anche confermato la custodia cautelare in carcere insieme alla figlia, come chiesto dal pm, che non ha ravvisato un rischio per l'incolumità della bambina nata da una precedente relazione.