Due pallottole per un debito di droga, il killer confessa: condannato a 18 anni

Omicidio di piazzale Loreto: il dominicano ha collaborato alle indagini, il complice latitante

L'omicidio in piazzale Loreto

L'omicidio in piazzale Loreto

Milano, 31 dicembre 2017 - Due colpi di pistola sparati a bruciapelo in piazzale Loreto a pochi passi da corso Buenos Aires. Erano le 19, circa, del 12 novembre dell’anno scorso, di sabato, ora dell’aperitivo e dello shopping. Nella sparatoria rimase ucciso Antonio Rafael Ramirez, 37 anni. L’omicidio aveva scatenato subito polemiche sul tema sicurezza. Jeison Elias Moni Ozuna, 26enne dominicano è stato condannato ieri a 18 anni per l’omicidio del connazionale. La sentenza è stata emessa dal gup Stefania Donadeo in abbreviato.

La richiesta di condanna iniziale era stata 30 anni, abbassata a 17 anni e 4 mesi dallo stesso pm Piero Basilone per la collaborazione dell’imputato, difeso dai legali Francesca Salvatici e Rocco Romellano. Proprio le dichiarazioni spontanee del domenicano, colpevole di omicidio, erano state infatti determinanti per confermare la ricostruzione dei fatti e le responsabilità degli autori dell’omicidio. Il giudice nel condannarlo a 18 anni ha riconosciuto le attenuanti generiche equivalenti all’aggravante della premeditazione, come richiesto dal pm. Nell’ambito delle indagini, condotte dalla Squadra mobile, anche grazie alle telecamere era stato possibile ricostruire il ruolo avuto dal dominicano e da un suo complice, ancora latitante, nell’uccisione di Ramirez. Il movente dell’omicidio un debito di droga, una partita di cocaina da 10mila euro che il dominicano si era tenuto, i due l’avevano minacciato anche la sera prima in un locale. Il complice, ancora ricercato, infatti, stando alle indagini, avrebbe sferrato le prime coltellate alla vittima, mentre Ozuna, che venne arrestato dalla polizia nella notte tra il 5 e il 6 dicembre dell’anno scorso, l’avrebbe poi uccisa sparandogli due colpi di Beretta calibro 7.65. Uno dei colpi andò a segno.

Entrambi, secondo l’accusa, avrebbero concorso in pari grado nell’omicidio. Con le sue spontanee dichiarazioni il dominicano ha messo a verbale che quel pomeriggio del 12 novembre di un anno fa verso le 17, un paio d’ore prima dell’omicidio, il suo complice gli telefonò e gli disse, riferendosi a Ramirez: «Dobbiamo ammazzarlo o mandarlo in ospedale». All’appuntamento, poi, ha raccontato ancora Moni Ozuna, il complice si sarebbe presentato con pistola e coltello, consegnadogli la Beretta. L’aggressione era avvenuta in mezzo a passanti terrorizzati e aveva scatenato una serie di polemiche sul tema sicurezza al punto da convincere il sindaco Giuseppe Sala a chiedere al Governo più militari per presidiare le zone più difficili della città.

 

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