Omicidio Lleshaj, in aula mercoledì

In Corte d’assise d’appello i legali degli imputati hanno chiesto l’attenuante della provocazione. .

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di Cristiana Mariani

Si dovrebbe concludere la prossima settimana, per la precisione mercoledì 8 luglio, la vicenda in Corte d’assise d’appello in merito all’omicidio dei cugini Agron e Alban Lleshaj, uccisi a colpi di pistola per questioni legate allo spaccio di droga dopo un inseguimento in auto, sotto un condominio, la notte tra il 9 e il 10 novembre del 2016 in via Morbegno. Una vicenda che sarebbe nata nell’ambiente dello spaccio di droga e che si sarebbe sviluppata proprio a causa della volontà di espansione dei cugini Lleshaj sulle piazze del Legnanese nell’ambito dello spaccio di cocaina. Un omicidio dettato dalla volontà di vendetta per uno sgarro subìto e che aveva portato a sentenze di condanna da 16 a 20 anni per Edmond, Elidon, Pjeter Lleshaj (stesso cognome ma nessun grado di parentela con le vittime), Eduard Nikolli e Fation Stojan da parte del giudice per le udienze preliminari Piera Bossi del tribunale di Busto Arsizio. Il procuratore aggiunto Giuseppe D’Amico aveva chiesto per tutti gli imputati la condanna all’ergastolo contestando la premeditazione, aggravante rigettata dal giudice.

Una condanna per la quale i legali degli imputati hanno fatto ricorso alla Corte d’assise d’appello. L’udienza si è svolta ieri e ha visto fra le richieste degli avvocati anche quella delle attenuanti generiche e dell’attenuante della provocazione da parte delle due vittime nei confronti degli aggressori. Una delle contestazioni ha riguardato inoltre la premeditazione: secondo alcuni dei legali non sarebbe avvenuta.

Stando a quanto era stato ricostruito dagli investigatori che si erano occupati del caso, la banda avrebbe ucciso i due giovani cugini perché cercavano di ampliare il traffico di cocaina nel Legnanese. Subito dopo però, la banda era fuggita per cercare di scampare alla legge del “Kanun”, il codice consuetudinario albanese che prevede la vendetta come obbligo “morale” verso i familiari uccisi. Per questo i trafficanti di cocaina, prima di essere arrestati dal nucleo investigativo di Monza, avevano girato numerose città del centro e del nord Italia, uno era fuggito all’estero. Le indagini li hanno inchiodati tra Pistoia, Lucca e il Belgio. Mercoledì si svolgerà una nuova udienza, nella quale potrebbe arrivare la sentenza.

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