Omicidio Dimitry Simone Stucchi: sette condanne in abbreviato. La più pesante a 7 anni

Il gip ha riconosciuto per quattro imputati il concorso nell'assassinio, maturato durante una rissa in un parco a Pessano con Bornago. La vittima aveva 22 anni

Dimitry Simone Stucchi

Dimitry Simone Stucchi

Ragazzi, evidenziava il gip di Milano Luca Milani nell’ordinanza di custodia cautelare, "incapaci di trattenere le rispettive pulsioni violente, affascinati dall’uso delle armi e dall’adrenalina del contatto fisico". Una violenza usata come strumento  "per salvaguardare i profitti ricavabili dal traffico di stupefacenti e la riscossione dei crediti a esso legati" sfociata nella maxi-rissa del 29 settembre 2021 a Pessano con Bornago costata la vita al 22enne Dimitry Simone Stucchi. Il ragazzo che avrebbe sferrato la coltellata fatale, all'epoca non ancora 18enne, verrà giudicato dal Tribunale per i minorenni di Milano. Oggi invece sono stati condannati, a pene comprese tra 2 anni e 3 mesi e 7 anni di carcere, sette giovani processati con rito abbreviato, quindi con lo sconto di un terzo della pena. Il gup Fiammetta Modica, a seguito delle indagini condotte dai carabinieri e coordinate dal pm di Milano Antonio Cristillo, ha riconosciuto per quattro imputati anche l'accusa contestata di concorso nell'omicidio condannando a 7 anni di carcere Enrico Everton Drago, che faceva parte del gruppo di Pessano con Bornago.

Condanne a 6 anni e 8 mesi per Karim Boussif e a 4 anni e 8 mesi per Manule Pozo Morera e Dennis Vistaraj, tutti imputati anche per l'omicidio. A 4 anni, invece, è stato condannato Davide Colombi, amico della vittima e presunto capo della banda di Vimercate, contrapposta all'altra, non accusato di omicidio così come altri due imputati (pene di 2 anni e 3 mesi e 2 anni e 6 mesi). Le accuse nell'inchiesta, a vario titolo, erano di concorso in omicidio, rissa aggravata, lesioni, detenzione di droga, tentata estorsione e porto di armi od oggetti atti ad offendere. Altri due imputati di omicidio sono a processo davanti alla Corte d'Assise, mentre per 5 minorenni, tra cui il presunto accoltellatore, è in corso il procedimento davanti ai giudici minorili. Un altro imputato maggiorenne, invece, ha scelto di patteggiare e altri nove la messa alla prova.

"Aspettiamo le motivazioni, mi sembra comunque errato ritenere che il mio assistito, che non era a conoscenza della presenza di armi, potesse immaginare l'esito letale della serata", ha spiegato l'avvocato Pietro Porciani, uno dei difensori. Quattro degli imputati, infatti, erano accusati di concorso nell'uccisione perché, secondo le indagini, sarebbero stati consapevoli del fatto che la sera della rissa, che si è conclusa con la morte del giovane, alcuni di loro erano armati anche con coltelli. Tra gli arrestati c'era pure Youssef Mahmoud Elsayed, presunto leader del gruppo di Pessano (ha scelto la messa alla prova). Lui e Colombi avrebbero chiamato a raccolta gli altri sollecitandoli a presentarsi la sera del 29 settembre nel parco, armati di bastoni, coltelli, mazze, pietre e bottiglie di vetro per affrontarsi in uno scontro nel quale è rimasto ucciso Stucchi. Il movente della rissa sarebbe stato l’acquisto di 100-150 grammi di hashish per un corrispettivo di 800 euro pagato con banconote false.

Il gup ha anche disposto provvisionali di risarcimento a favore della famiglia del giovane, parte civile nel processo, per cifre che vanno dai 50mila ai 170 mila euro a carico degli imputati. Ragazzi che, secondo le accuse, dopo l'omicidio non avevano "preso consapevolezza delle gravità delle loro azioni", visto che nelle conversazioni intercettate apparivano "preoccupati delle conseguenze delle indagini a loro carico più che del danno provocato ai familiari" del coetaneo ammazzato.

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro