Milano, ucciso e fatto a pezzi in Bovisasca: pene dimezzate per Pericles e Mateus

Omicidio Tautiva: "Non ci fu crudeltà". Condanne per omicidio ridotte da 30 a 16 anni. Da ricalcolare gli aumenti per gli altri reati

Il luogo in cui fu ritrovato il trolley con il cadavere fatto a pezzi

Il luogo in cui fu ritrovato il trolley con il cadavere fatto a pezzi

Milano, 17 gennaio 2023 - In primo grado sono stati condannati entrambi a 30 anni di reclusione. In Appello, come mai emerso finora, i giudici hanno escluso l’aggravante della crudeltà e hanno rideterminato al ribasso le pene, riducendole sensibilmente in un caso a 19 anni e 4 mesi e nell’altro a 17 anni e 4 mesi. Ora la Cassazione ha reso definitivi i 16 anni per il reato di omicidio, ma ha annullato la sentenza di secondo grado nella parte relativa agli aumenti per i reati legati da vincolo di continuazione (soppressione e vilipendio di cadavere per un imputato, soppressione di cadavere per l’altro), dando indicazioni ai giudici di merito di rideterminare "in melius" il quantum. Tradotto: alla fine dell’iter processuale, le pene definitive per il delitto della Bovisasca saranno certamente superiori a 16 anni, ma altrettanto sicuramente inferiori a 19 anni e 4 mesi e a 17 anni e 4 mesi, con un sostanziale dimezzamento delle condanne rispetto a quanto stabilito dal gup Stefania Nobile in abbreviato (a fronte della richiesta di due ergastoli della Procura).

In attesa di conoscere l’esatta entità delle condanne, si può dire già ora che sono stati i ventiquattrenni colombiani Ronaldo Jhonathan Hernandez Vega detto Pericles e Mateo Dilan Mateus Cardenas detto Mateus ad ammazzare un connazionale di 23 anni e a farne a pezzi il corpo il 30 marzo 2019. Sono le 22.15, alcuni residenti di uno stabile di via Cascina dei Prati chiamano i vigili del fuoco per un principio d’incendio vicino ai cassonetti per la raccolta dei rifiuti: i pompieri spengono le fiamme e recuperano un trolley.

All’interno ci trovano i resti di un uomo, che poi verrà identificato come Cristian Giovanny Hernandez Tautiva. Le indagini degli specialisti della Squadra mobile, coordinati dal pm Paolo Storari, arrivano nel giro di pochi giorni prima a una villetta di via Carrà, il luogo in cui è avvenuta la mattanza, e poi ai due presunti responsabili dell’omicidio Pericles e Mateus (fermati rispettivamente all’area imbarchi di Malpensa e in un paesino della Francia a due passi dallo scalo aeroportuale di Orly) e al complice trentottenne William Gomez Arango (patteggerà 5 anni), che li avrebbe aiutati a depezzare il cadavere e a trasportarlo nella valigia vicino al gabbiotto della spazzatura. Secondo inchieste e processi, che si fondano sulle dichiarazioni di alcuni testi e sul contenuto delle intercettazioni telefoniche, gli eventi che porteranno al delitto originano da una discussione in discoteca la sera del 29 marzo tra Pericles e tale "Toni", alla quale assiste anche Cristian, arrivato in Italia 24 ore prima dal Sudamerica e ospite nell’appartamento del primo a Cinisello Balsamo. Il giorno dopo, Pericles e Mateus si recano a mezzogiorno in via Carrà per partecipare alla festa di compleanno con grigliata dell’allora compagna di Gomez Arango, mentre Cristian resta a casa.

Alle 14, i due tornano a Cinisello, prelevano il ventitreenne e lo portano nella villetta. Va in scena una drammatica resa dei conti: Pericles accusa Cristian di aver avvisato Toni del fatto che qualcuno (Arango e la fidanzata) stava andando a cercarlo, consentendogli così di sparire nel nulla. Poi, stando a quanto ricostruito dagli investigatori, Pericles, aiutato da Mateus (a cui la Corte d’Assise d’Appello ha riconosciuto "un concorso di natura quantomeno morale" nell’omicidio), porta con la forza Cristian nella rimessa degli attrezzi. Lì dove il ragazzo verrà ammazzato e fatto a pezzi.

 

 

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