Giornata di sangue nel Sud Milano: due omicidi a Basiglio e Rozzano

Gli agguati in un cantiere edile e in un parchetto dietro un supermercato

L'omicidio di Rozzano (Mdf)

L'omicidio di Rozzano (Mdf)

Basiglio (Milano), 26 febbraio 2019 - Due esecuzioni, a distanza di meno di dieci ore e di quattro chilometri, nel Milanese. La mattina a Basiglio, al Borgo Vione, in una zona periferica. Nel tardo pomeriggio a Rozzano. Due omicidi fotocopia che ora dopo ora sembrano però più lontani di quanto non dicano i luoghi.

A Basiglio l’esecuzione è avvenuta in piena campagna. Qui dal 2013 è in atto un grande progetto di ristrutturazione di una vecchia cascina in appartamenti di lusso. Era Giuseppe Giuliano, 64 anni di Binasco, stretto hinterland milanese, l’imprenditore edile incaricato di completare i lavori. Stava entrando in cantiere, ieri mattina alle 7.30, come era solito fare «perché voleva sempre arrivare presto, mettersi subito al lavoro», dice chi lo conosceva bene, i fratelli Vedani, proprietari del borgo che Giuliano stava ristrutturando con la sua impresa Edil Italia di Binasco, dove viveva con la seconda moglie e il figlio di otto anni. Il killer lo ha aspettato davanti al cancello del cantiere, è sbucato da dietro le piante e lo ha colpito con due proiettili mortali, uno alla testa e uno tra il collo e la spalla, mentre era al volante del furgoncino della moglie. Tre operai che avevano già iniziato a lavorare tra i capannoni hanno sentito gli spari, sono corsi fuori credendo fossero colpi di qualche cacciatore e hanno trovato il corpo del 64enne riverso sul sedile del passeggero. A niente sono serviti i soccorsi e la corsa disperata in ospedale: Giuliano è morto sotto i ferri. Nessuna pista è esclusa dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Milano: dal movente dei soldi, anche se chi lo conosceva dice che «non aveva conti in sospeso, lavorava bene, puntuale, pagava tutti e tutti lo pagavano», a quella dei dissidi in ambito famigliare. A pesare su Giuliano un vecchio precedente per associazione per ricettazione di tabacchi (del 1995) e un cognome chiacchierato in città, di chi non credeva avesse tagliato i ponti con vecchie frequentazioni e di chi reputava “anomalo” il suo cambiamento professionale: da ex parrucchiere (oltre 20 anni fa) a imprenditore edile a cui commissionavano lavori importanti anche fuori dalla Lombardia.

Seguono invece la pista del regolamento di conti all’interno del nucleo familiare i carabinieri della compagnia di Corsico e della tenenza di Rozzano che indagano sulla seconda esecuzione, in stile Gomorra, avvenuta ieri nel tardo pomeriggio a Rozzano dove è stato crivellato di colpi Antonio Crisanti, 64enne disoccupato napoletano, che era da poco tornato a Rozzano. L’agguato a Crisanti è avvenuto ieri nel tardo pomeriggio, quando mancavano pochi minuti alle 18, nel parchetto alle spalle del supermercato il Gigante di viale Lazio, cuore del quartiere popolare. A quanto riferito dagli inquirenti due giovani, pare col volto travisato, a bordo di uno scooter gli si sono avvicinati mentre era in compagnia di alcune persone, e uno dei due, il passeggero, dopo averlo chiamato per nome, per aver le certezza di non sbagliare bersaglio, ha esploso cinque colpi di pistola. Due lo hanno colpito all’addome, uno alla spalla e uno al collo mentre un quinto colpo è andato a vuoto. Antonio Crisanti è crollato a terra esanime fra il fuggi-fuggi generale di mamme e bambini che ancora affollavano l’area giochi. I soccorritori del 118 di Milano giunti sul posto non hanno potuto fare altro che constatare il decesso dell’uomo. Secondo gli inquirenti che mantengono il massimo riserbo sulla vicenda, a differenza dell’omicidio di Basiglio, le indagini sono indirizzate verso il nucleo familiare. Infatti si ipotizza che l’agguato possa essere legato a una questione interna al nucleo familiare e che aveva spinto l’uomo, alcuni anni fa dopo essersi separato dalla moglie ad andare via da Rozzano e tornare a Napoli. Non è escluso che già nelle prossime ore possano esserci delle svolte nelle indagini.

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