Omicidio al Gratosoglio, decisione sull’abbreviato

No al rito alternativo per i reati da ergastolo si attende la Corte Costituzionale

Si dovrà attendere la decisione della Corte Costituzionale sulla questione, già sollevata da altri giudici, sul "no" al rito abbreviato per i delitti puniti con l’ergastolo, nel procedimento che vede imputato Dobrev Damian Borisov, 22enne di origini bulgare che ha ucciso Carla Quattri Bossi, 92enne (il figlio della donna aveva preso in affido il ragazzo da minorenne) trovata morta il 5 gennaio scorso con una grossa ferita al cranio in una cascina-agriturismo nel quartiere Gratosoglio. Il legale del giovane, l’avvocato Angelo Morreale, infatti, ha fatto richiesta di rito abbreviato.

Alla Consulta, però, pende una questione di legittimità costituzionale sulle norme che hanno previsto che per i reati puniti con l’ergastolo gli imputati non possono chiedere l’abbreviato, che prevede sconti di un terzo sulla pena. Su accordo della difesa e del pm Gianluca Prisco, dunque, il gup Tiziana Gueli ha deciso di rinviare l’udienza al prossimo 27 novembre per attendere la decisione della Corte Costituzionale sulla questione, sollevata anche dal difensore in aula oggi. Stando alle indagini, il 22enne chiese con insistenza all’anziana, che conosceva ormai da più di quattro anni (riceveva vitto e alloggio nella cascina in cambio di piccoli lavoretti di manutenzione), di prestargli poche decine di euro e, al suo rifiuto, l’aggredì con un barattolo di vetro pieno di marmellata, colpendola alla testa più volte. "Le ho detto ciao nonna - ha messo a verbale - mi presti 10 o 15 euro, lei non mi ha risposto ed io a quel punto ho perso il controllo e l’ho spinta (...) presi i soldi sono scappato e mi sono recato in un locale, esattamente la discoteca Just Cavalli (...) spendendo i soldi con delle ragazze". Dopo aver aggredito l’anziana Damian le avrebbe legato i polsi con un pezzo di stoffa - non si è mai chiarito perché -, le avrebbe coperto la testa con un asciugamano, forse per bloccare il sangue, e l’avrebbe trascinata in più punti della casa, magari in un disperato e confuso tentativo di spostare il corpo e farlo sparire.

L’allarme venne dato dalla segretaria soltanto la mattina successiva, quando la donna aveva trovato il cadavere dell’anziana e aveva chiesto aiuto. Una volta in trappola, Dobrev aveva ammesso tutto e ricostruito - anche se in maniera confusionaria - l’accaduto, dalla lite per il no alla richiesta di soldi, fino all’aggressione.

Anna Giorgi

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