Oltrepò pavese “colonizzato“, in viaggio verso Nord

Dopo il declino degli anni ’70 la popolazione torna a crescere: branchi sugli Appennini, in solitaria o in coppia sulle Alpi

Migration

Olivia Dondina, ricercatrice dell’università di Milano-Bicocca, si occupa di Conservazione della biodiversità e da anni studia la ricolonizzazione del lupo nell’area del Parco del Ticino.

Stanno tornano i lupi?

"Erano andati incontro a un declino, che ha avuto il suo culmine negli anni ’70, quando in tutta Italia se ne contavano solo un centinaio. Da quel momento la tendenza si è invertita. Con lo spopolamento di zone di collina e montane c’è stata una rinaturalizzazione. E c’è stata anche una ripresa delle popolazioni-preda. È del ’71, poi, la prima legge per la protezione della specie a livello nazionale".

Di che numeri parliamo oggi?

"Da allora sono aumentati molto ma è impossibile avere un’“anagrafe“ precisa. Dieci anni fa si stimavano 1.600 lupi in tutta Italia, di cui 1.300 negli Appennini e 300 nelle Alpi. È stata una ripresa fortemente voluta in Europa, anche perché è un predatore a capo della catena alimentare: per il suo buon funzionamento non può non esserci".

Avvistamenti e ritrovamenti di lupi investiti: sorprende?

"È una popolazione dinamica. A uno-due anni d’età, quando entrano nell’età produttiva, si spostano dal branco d’origine e disperdono sul territorio: possono percorrere anche centinaia di chilometri. Questo spiega anche l’aumento di lupi investiti alle porte delle grandi città".

Come Milano.

"In genere evitano l’uomo e il contatto con l’attività antropica, ma quando attraversano zone che non conoscono possono arrivare anche in aree molto urbanizzate. Il conflitto maggiore è con attacchi al bestiame, ma rispetto ad altre specie, come i cinghiali, i danni sono più contenuti. La conservazione della specie passa da una buona convivenza e dall’evitare che diventino “confidenti“".

Qual è la situazione in Lombardia?

"Il ritorno è attestato nella zona dell’Appennino, in provincia di Pavia, già dagli anni ’80. Si è formato un certo numero di branchi stabili nell’Oltrepò che hanno saturato il territorio e spinto alcuni esemplari verso Nord. Il lupo sta tornando nelle Alpi: la ricolonizzazione è partita negli anni ’90 da Ovest verso Est. È stato segnalato un branco transfrontaliero tra Italia e Svizzera e uno in Alta Val Camonica, gli altri sono individui e coppie".

E nel Parco del Ticino?

"È stato segnalato dal 2017. Il parco è un corridoio ecologico, si presta a soste prolungate. Ci occupiamo con l’università di Bicocca, l’università di Pavia, il Parco de Ticino lombardo e piemontese, di progetti di ricerca scientifica e della raccolta di dati che confluiscono nel piano di monitoraggio nazionale coordinato da Ispra".Si.Ba.

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro