Oltre ventimila residenti, un esercito di badanti "Coi nostri stipendi manteniamo figli e genitori"

Rappresentano il 4% sul totale degli stranieri che vivono nella Città metropolitana di Milano. Sono circa 20mila gli ucraini residenti: poco più di ottomila solo a Milano città secondo gli ultimi dati Istat. In Lombardia, invece, sono 54.754. Un esercito composto principalmente da donne, che lavorano come badanti nelle case degli anziani, operatrici sanitarie, addette nel settore dei servizi. In molti casi hanno lasciato i figli in patria, e lo stipendio serve per garantire loro studi e un relativo benessere a tutta la famiglia. Un impiego duro, quello delle badanti, che sconta ancora un ampio ricorso al lavoro nero, che l’ultima sanatoria non è riuscita a mitigare. In regione, secondo gli ultimi dati della Fnp-Cisl, operano quasi 182mila badanti di varie nazionalità: un esercito di donne provenienti principalmente dall’Est Europa, dal Sudamerica o dalle Filippine. Quelle regolarmente assunte sono 72.759, circa il 40%.

Le lavoratrici irregolari sono circa 109.138. E la sanatoria del 2020, dedicata a colf, badanti e braccianti, ha un impatto limitato nell’emersione del lavoro nero, anche per lentezza nell’esame delle domande, continui intoppi burocratici e ostacoli generati dalla pandemia. In Lombardia sono state presentate 47.657 domande di emersione per colf e badanti, il 26,8% rispetto al totale nazionale. Solo in provincia di Milano 21.865 istanze. Sul fronte delle agenzie, invece, si apre un capitolo a parte. I contagi nelle Rsa hanno portato molte famiglie a optare per l’assistenza domestica. E la crescita di richieste non si è fermata anche quando le case di riposo sono state messe in sicurezza. Il personale più qualificato è conteso e, quando può, si sposta in Paesi europei che offrono stipendi maggiori.

Andrea Gianni

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