Olimpiadi Milano-Cortina: il Palasharp resta un rudere, a Lampugnano predatori e disperati

I residenti e i commercianti denunciano furti continui ai danni dei viaggiatori sui bus: "Ormai qui comandano i 'cani sciolti', ogni giorno donne in lacrime che chiedono aiuto..."

Milano, 3 febbraio 2023 - Un tendone malandato tra il disordine delle sterpaglie. Per l’ex PalaSharp il riscatto è là da venire. Il progetto per trasformare l’originario PalaTrussardi - ex tempio glorioso della musica e dello sport, inaugurato nel 1986 e abbandonato dal 2011 - in un palazzetto per l’hockey femminile in vista delle Olimpiadi invernali del 2026 è ancora in alto mare. In via Sant’Elia non si vedono ruspe in azione e di operai neppure l’ombra. In compenso fioccano gli episodi dei furti nel vicino terminal per i bus di Lampugnano.

Anno zero

E proprio ai ladri di turisti i dintorni bui del “rudere“ – che nei suoi 25 anni di storia ha assunto diversi nomi dopo PalaTrussardi: Palavobis, PalaTucker, MazdaPalace e infine PalaSharp prima di chiudere i battenti – offrono un riparo per controllare il contenuto delle valigie scippate. A tre anni dai Giochi Invernali Milano-Cortina, l’operazione della Milano Hockey Arena è ancora all’anno zero. I motivi dell’impasse sono diversi. Il Cio, Comitato olimpico internazionale, ha imposto al Comune di Milano (proprietario dell’area) e alla società TicketOne-Mca Events (vincitori del bando per la realizzazione e la gestione dell’impianto) la costruzione di una seconda pista da ghiaccio, dodici spogliatoi e tre aree per l’ospitalità. Gli spazi olimpici aggiuntivi comporterebbero la riduzione della capienza da 8mila a circa 5mila posti.

Le grane

La seconda tribuna sarebbe aggiunta solo dopo il grande evento, con conseguente aumento di costi: si parla di oltre 10 milioni di euro complessivi. Ma manca l’accordo fra Comune e TicketOne-Mca Events su chi debba sostenere la spesa aggiuntiva. C’è un’altra grana: quella dei contenziosi. Dopo il ricorso (bocciato) di Forumnet del gruppo Cabassi, l’Istituto Suore della Riparazione ha portato il Comune in tribunale, chiedendo di inibire la costruzione della nuova struttura, troppo vicina all’istituto: questo mese c’è una nuova udienza.

Il piano d'azione

Dall’assessorato allo Sport guidato da Martina Riva confermano il piano d’azione già fissato: entro febbraio l’approvazione da parte della Giunta comunale del progetto definitivo, partenza del cantiere per quest’autunno e la consegna della nuova arena entro il 2025. Rimarrà invece almeno fino al prossimo 30 aprile la tensostruttura destinata alla preghiera dei musulmani, sorta a fianco dell’ex PalaSharp. Nel frattempo in zona Lampugnano, dove c’è sia un terminal per i bus di media e lunga percorrenza che la stazione metropolitana, la sicurezza è un problema. "Disperati che si accampano in zona, anche al PalaSharp, derubano i turisti di valigie appena scendono dal bus oppure in partenza, quando i viaggiatori mettono le borse nel bagagliaio. A destinazione scoprono la “sorpresa“", ironizza amaro l’edicolante della metropolitana. Ma anche chi si rifugia nella sala d’attesa dell’autostazione non è al sicuro.

Sos sicurezza

"A volte i reati si consumano anche qua dentro. Prendono di mira chi è disattento, soprattutto donne, anziani e ragazzi. Non sono bande a commettere i reati ma “cani sciolti“ di tutte le etnie. Il fatto è che la sala d’attesa, aperta solo da qualche anno e anche di notte, non è presidiata. Servirebbero addetti alla sicurezza e un presidio fisso delle forze dell’ordine: qui è peggio della Stazione Centrale", denuncia il responsabile di una caffetteria.Tutti anonimi, perché tutti hanno paura di eventuali rappresaglie degli sbandati che, qua, soprattutto a certe ore, diventano i padroni delle strade. "Da me arrivano donne in lacrime ogni giorno affinché chiami la polizia", racconta l’addetto del chiosco esterno. E anche gli operatori dell’Atm, chiusi nel loro gabbiotto, dicono: "Stiamo attenti, basta un attimo per ritrovarsi senza il portafogli nella tasca dei pantaloni".

 

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