JESSICA MUELLER CASTAGLIUOLO
Cronaca

Le Olimpiadi del mattone allo Scalo Romana. I residenti soddisfatti: “Col villaggio affitti record, ma almeno è sparito il degrado”

Si procede a pieno regime per rispettare la scadenza “olimpica”. Chi vive nel quartiere osserva soddisfatto la sua rinascita: “Prima spari, prostituzione e droga. Ora è meglio”

Si procede a tappe forzate per realizzare il villaggio olimpico. Ecco come rinascerà il vecchio Scalo Romana

Si procede a tappe forzate per realizzare il villaggio olimpico. Ecco come rinascerà il vecchio Scalo Romana

Milano, 7 agosto 2025 – Dal ponte di Corso Lodi l’affaccio sul vecchio Scalo Romana è un colpo d’occhio sulla Milano da costruire. In primo piano, un deserto di terra scossa dalle escavatrici, che non si fermano nemmeno ad agosto. In lontananza, sulla destra, Fondazione Prada con di fronte il Villaggio Olimpico. Le sei palazzine geometriche su 30 mila metri quadrati realizzate da Coima, anche queste finite sotto la lente della Procura nella maxi inchiesta che ha colpito il Comune di Milano, e ha gettato anche ombre su quello che veniva presentato come “una delle riconversioni più rapide della storia degli eventi contemporanei”, come si legge in una nota dei costruttori. Vale a dire, la riconversione da “casa degli atleti” in uno studentato poco dopo la fine dei Giochi Olimpici 2026, in soli quattro mesi. 

Giuseppe Di Marino
Giuseppe Di Marino

Il progetto mirava infatti ad accogliere i primi inquilini già a partire da settembre 2026. Almeno 1.700 posti letto e un giro d’affari milionario, nonché una delle più grandi scommesse della giunta Sala in materia di social housing. Un pezzo di città in fermento, certo, ma la domanda che resta sullo sfondo, tra escavatrici e impalcature, è: a favore di chi? “Nel quartiere è mutato il modo di vivere ma anche quello di lavorare. Qualche anno fa ci avrei pensato due volte prima di venire ad abitarci”, dice Giuseppe Di Marino, titolare di un negozio di modellismo, in Via Brembo da vent’anni. “Ricordo sparatorie, prostituzione, bische clandestine. Qui la sera non ci potevo stare. Era una zona frequentata da operai che poi la notte si dileguavano. Adesso non si può definire periferia”. 

Francesco Parodi
Francesco Parodi

Prezzi lievitati 

Tuttavia, proprio chi ha sembra abitato qui rischia di non poterselo più permettere: “Gli appartamenti qua sopra sono grandi quanto il mio negozio (circa 20 metri quadrati). Fino a pochi anni fa gli affitti si aggiravano sui quattrocento euro al mese. Ora, con tutta questa riqualificazione, sono raddoppiati. Ottocento euro per 20 mq? è una follia”, incalza Di Marino. Una situazione che lo riguarda in prima persona: “Anche per me il prezzo è aumentato, se continuano così non ho altra scelta: chiudo me ne vado”, ammette, mentre getta l’occhio sul piccolo negozio che accoglie appassionati da tutta Italia. “Non si pensa a chi vive qui. Non basta rinnovare e imbiancare se mancano i servizi per una persona anziana, ad esempio. Dai supermercati fino alle colonnine per parcheggiare”, aggiunge un residente.   

Cristian Libutti
Cristian Libutti

In principio fu Prada 

Secondo Francesco Parodi invece, che abita nel quartiere dal 1999, “ l’area è cambiata in meglio fin da quando è arrivata Fondazione Prada. Dove c’era spaccio, prostituzione, violenza, ora c’è un centro della moda. La “botta“ finale è arrivata con il Villaggio Olimpico. Sono strutture che hanno cambiato la toponomastica. Questa mobilitazione qualifica la zona”, sottolinea. Sul terremoto dell’urbanistca, invece, stende un velo di rassegnazione: “ Mi sembra il problema di sempre, la stessa storiaccia: gli appalti pubblici dovrebbero andare al miglior offerente ma poi finiscono sempre tra le mani degli amici degli amici”.   

Francesco Maino
Francesco Maino

"Qui c’era il coprifuoco” 

Christian Libutti, che lavora in un bar della zona, afferma: “ Fino a dieci anni fa c’era praticamente il coprifuoco, oggi, invece, un bel via vai. Qui viene una clientela molto variegata: dai “modaioli “ agli operai”. Il paradosso, aggiunge è però che “ siamo noi esercenti ad essere sotto controllo da più di un mese. Le autorità fanno controlli continui per accertarsi che sia tutto in regola, per l’inizio delle Olimpiadi. Ma non siamo noi a non essere in regola, a quanto pare”.  

La mostra "Nada" allestita alla Fondazione Prada
La mostra "Nada" allestita alla Fondazione Prada

Per Francesco Maino, il problema è più vasto: “Non tengono presente che c’è gente come me che a Milano vorrebbe restarci. E per i millennial scommettere su questa città è praticamente impossibile. Abito in questa zona da cique anni, ci vivo bene, mi piace. Vorrei acquistare, ma è impossibile. Sarei costretto ad andare in periferia”. Insomma, un paesaggio in divenire che, secondo il parere di molti, rischia però di essere solo trompe-l’oeil.