Olimpiadi 2026, è allarme ricorsi: "Questa è l’Italia"

Milano, dopo la tegola sul PalaItalia a Santa Giulia. Il presidente del Coni: era tutto pronto da tempo

Giovanni Malagò, presidente Coni, e il sottosegretario Valentina Vezzali

Giovanni Malagò, presidente Coni, e il sottosegretario Valentina Vezzali

MIlano - Il ricorso al Tar del gruppo Cabassi per l’area del palazzetto a Milano-Santa Giulia? "Questa è l’Italia". Lo ha detto con tono secco e senza margini di interpretazione il presidente del Coni Giovanni Malagò ieri nel capoluogo lombardo per inaugurare il centro sportivo dell’università Bocconi. "Non sono preoccupato, sono molto dispiaciuto – ha aggiunto –. Avviene tanto tempo dopo che il dossier è stato preparato, è inaccettabile. Bisogna che lo Stato si tuteli sotto questo punto di vista. Poi, sui tempi c’è sempre modo di accelerare". Dopo il caso Palasharp, su cui ancora i Cabassi avevano fermato la partita dei lavori, e dopo questo nuovo ricorso, la grande sfida della olimpiadi invernali del 2026 si fa in salita.

Il gruppo proprietario del Forum di Assago ha presentato un nuovo ricorso al Tribunale amministrativo regionale contro la delibera del Comune sul piano urbanistico dell’area del PalaItalia, ribattezzata arena di Santa Giulia, progettata per le Olimpiadi invernali di Milano e Cortina d’Ampezzo. Se la cerimonia di inaugurazione avverrà allo stadio Meazza di San Siro e le premiazioni in piazza del Duomo, proprio il PalaItalia sarà la sede di altri eventi in città. La struttura di Santa Giulia potrà ospitare fino a 16mila spettatori, con un’area esterna di oltre 10mila metri quadrati da adibire a eventi all’aperto; poi ci saranno l’attuale scalo ferroviario di Porta Romana per il villaggio olimpico, il Palasharp, e per alcune gare di pattinaggio di velocità su ghiaccio il Forum di Assago. "Oggi ci troviamo a quattro anni e cinque mesi dalle Olimpiadi, con un evento testo da organizzare un anno prima invitando le squadre per provare gli impianti, con un ricorso pendente sull’impianto principale – ha continuato Malagò –. Se è una cosa normale questa, ditemelo voi. Non sono preoccupato, da rappresentante del mondo dello sport sono dispiaciuto perché cattive abitudini continuano. È inaccettabile". Per il presidente del Coni: "Uno Stato che ha messo faccia e immagine su un evento come le Olimpiadi deve tutelarsi sotto questo punto di vista".

Sul tema si è espresso anche il sindaco Giuseppe Sala rimarcando che: "Il cammino di Milano per le Olimpiadi 2026 procede bene", ma "questa del ricorso non è una buona notizia l’ho letta ma non ne so nulla, cercheremo di verificare cosa si può fare, un rallentamento è sempre una cosa brutta. I problemi e i timori che avevamo su alcune opere sono stati rimossi, a parte la notizia di oggi". Mentre al Palasharp i lavori progettati da Ticketone e Mca Events non sono ancora partiti in attesa della sentenza del Consiglio di Stato al PalaItalia, aspettando la pronuncia del Tar, continuano quelli di bonifica dell’area, l’avvio del cantiere è calendarizzato per l’autunno 2022 e la scadenza dovrebbe essere entro il 2025. Ad occuparsi della realizzazione della nuova arena sarà Cts Eventim che continuerà anche successivamente a occuparsi della gestione. Quanto fatto ad oggi per le olimpiadi invernali l’ha chiarito la sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega allo sport Valentina Vezzali durante la cerimonia di inaugurazione in Bocconi: "Nel mese di giugno è stata istituita l’Agenzia Infrastrutture che si dovrà occupare della realizzazione degli interventi lineari e di tutte le opere connesse all’impiantistica sportiva. Abbiamo a disposizione 140 milioni di euro che stiamo vedendo come ripartire fra i territori per quanto riguarda le opere. Siamo già al lavoro. Poi la Fondazione Milano-Cortina deve fare il resto, deve avere quel cambio di marcia in più per consentire la riuscita dell’evento", ha concluso.

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