Olimpiadi Milano-Cortina 2026, una Fondazione per i Giochi. Ma è pressing su Roma

Ok di Coni, Regioni e Comuni sul profilo del Comitato organizzatore. Ora l’incognita è il varo della «legge a 5 cerchi» entro novembre

Il sindaco Beppe Sala (Dire)

Il sindaco Beppe Sala (Dire)

Milano, 28 agosto 2019 - Sciolto il nodo relativo alla governance, spunta quello relativo al rispetto della scadenza concordata col Comitato Olimpico Internazionale (Cio) per l’approvazione della Legge Olimpica. È questo lo stato in cui versa l’organizzazione dei Giochi Invernali del 2026. Nel vertice tenutosi ieri a Palazzo Lombardia, il presidente del Coni, Giovanni Malagò, i governatori Attilio Fontana (Lombardia) e Luca Zaia (Veneto, in collegamento video), i sindaci Giuseppe Sala (Milano) e Gianpietro Ghedina (Cortina), hanno concordato che la forma giuridica migliore per il Comitato Organizzatore (Ocog) è quella della Fondazione di diritto privato, non della Spa. A darne annuncio è stato Sala spiegando che, sebbene non vi siano significative differenze tra l’una e l’altra soluzione, quella della Fondazione garantisce comunque «più flessibilità».

Era questo uno dei nodi da sciogliere lungo il percorso che da qui a dicembre dovrà portare alla definizione della governance delle Olimpiadi. Un nodo per il quale è stato ingaggiato un advisor. Perché la via della Fondazione possa essere intrapresa senza indugi occorre l’avallo del Governo, un avallo che ieri non poteva pervenire visto che il vertice a Palazzo Lombardia si è svolto in contemporanea con la prima giornata delle consultazioni al Quirinale. Da qui l’assenza di Giancarlo Giorgetti, sottosegretario con delega allo Sport. Ai protagonisti della missione 2026 sembra però probabile che Palazzo Chigi si atterrà all’indicazione concordata da Coni ed enti locali. Quella olimpica sarà una governance a tre teste, come spiegato da Sala: «Ci sarà il Consiglio Olimpico, che darà gli indirizzi, l’Agenzia di Progettazione, che si occuperà dei lavori, e il Comitato organizzatore dei Giochi, che gestirà tutto il processo». 

Il Comitato Olimpico è un organo previsto dal Cio in tutte le edizioni dei Giochi e i suoi membri sono decisi per legge: lo stesso Cio, il Coni, il Comitato Paralimpico, il Governo del Paese ospitante e, in questo caso, le due Regioni e i due Comuni. A questo organo compete garantire che l’evento sia organizzato secondo i dettami olimpici. Quindi la Fondazione, o Comitato Organizzatore, che dovrà gestire i fondi che arriveranno dal Ciò ed occuparsi dei biglietti per le gare, del marketing e del merchandising: da qui la necessità di quella flessibilità (operativa, fiscale e contabile) alla quale ha accennato Sala. Il presidente del Comitato sarà Malagò in quanto numero uno del Coni. Quanto al Ceo, ieri ne è stato approvato il profilo: «Dovrà avere esperienza internazionale – spiega Sala – e in eventi sportivi, conoscere sia il mondo del pubblico che del privato e, mia opinione personale, deve rimanere in carica per tutti e 6 gli anni che ci separano dalle Olimpiadi». Malagò, Fontana e lo stesso Sala evitano di fare nomi.

«Il 18 settembre, di nuovo qui a Palazzo Lombardia – spiega il numero uno del Coni –, metteremo i puntini sulle “i” sia sulla Fondazione sia sulla questione del Ceo. E se dovesse servire torneremo a discuterne il 3 ottobre a Verona». Nel frattempo Coni, Regioni e Comuni avanzeranno le proposte. Terza testa della governance sarà l’Agenzia di Progettazione, una società pubblica partecipata in modo paritario dal Governo e dalle Regioni che curerà appalti e lavori. Il vero nodo, ora, è capire se sarà possibile approvare la Legge Olimpica, legge-quadro dell’evento, entro novembre come concordato col Cio. Ad approvarla deve essere il Governo, da qui l’incognita. «È necessario che sia approvata entro novembre – spiega Fontana – perché molte delle questioni sul tavolo, siano di natura fiscale o organizzativa, potrebbero essere dipanate molto più facilmente. Prima sarà approvata, prima saranno chiariti meccanismi fondamentali per i Giochi». Se non dovessere essere varata nei tempi previsti, nessuno sa che accadrebbe. A detta del governatore come del sindaco e del presidente del Coni, è questa l’unica ricaduta della crisi di Governo sui Giochi: «Noi siamo coesi». 

giambattista.anastasio@ilgiorno.net

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro