Olimpiadi 2026, il governatore Fontana: "Seri e credibili, ma ora al lavoro"

Il presidente della Regione sottolinea: "Servono persone capaci"

Attilio Fontana

Attilio Fontana

Milano, 26 giugno 2019 - «Adesso dobbiamo lavorare per realizzare nel 2026 delle Olimpiadi Invernali eccellenti. Per la governance dell’evento dobbiamo scegliere persone capaci e mantenere lo stesso atteggiamento avuto finora: sentirci tutti protagonisti pur nella diversità di ruoli. Nessuno sgomiti. Manteniamo serietà, concretezza e collaborazione reciproca». Così Attilio Fontana guarda al primo, cruciale, tassello del percorso olimpico: mettere in piedi una società di gestione dell’evento che possa lavorare bene e nei tempi giusti, onde evitare i ritardi e le procedure d’urgenza che hanno caratterizzato, non ultimo, il percorso di avvicinamento all’Expo 2015 di Milano. L’incontro nel quale si inizierà a discuterne insieme agli altri partner (Governo, Regione Veneto, Comuni di Milano e Cortina) è fissato per l’11 luglio, salvo cambi di agenda dell’ultima ora. Il presidente leghista della Regione Lombardia è ancora in treno quando ne parla. Di ritorno da Losanna.

Presidente, secondo lei quale fattore ha convinto più di altri i delegati del Comitato Olimpico Internazionale a scegliere la candidatura di Milano e Cortina?

«Io non credo ci sia stato un fattore più decisivo di altri, penso che la nostra vittoria sia dovuta all’unione di più punti di forza: la completezza del nostro dossier di candidatura, le poche spese in esso previste, la bellezza e l’eterogeneità delle location messe a disposizione per i Giochi, il grande sostegno che l’evento riscuote tra gli italiani, la freschezza delle nostre atlete-testimonial (Sofia Goggia, Michela Moioli e Arianna Fontana, ndr) e, non ultimo, me lo lasci dire: l’affidabilità della Regione Lombardia e della Regione Veneto. Le garanzie da noi offerte sono state ritenute solide fin dal primo momento, anche quando il Governo sembrava orientato a non metterne: un fatto che dimostra quanto sia alta la nostra credibilità. I nostri avversari, durante la presentazione della loro candidatura, hanno provato ad usare contro di noi proprio questo argomento, quello della credibilità, ma con scarsi risultati».

A proposito di garanzie: immagino che lei vorrà un ruolo di primo piano per la Regione Lombardia nella società di gestione, essendosi le due Regioni esposte per prime...

«La responsabilità ultima delle scelte continuerà ad essere a carico di cinque persone: il sottosegretario Giancarlo Giorgetti, il sottoscritto, il governatore veneto Luca Zaia, il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, e quello di Cortina d’Ampezzo, Gianpietro Ghedina. Insieme sceglieremo l’assetto societario più utile per organizzare e gestire al meglio le Olimpiadi. Ci sono diverse soluzioni sul tavolo».

Per il rappresentante della Regione, pensa a personalità esterne?

«Sto pensando a chi possa ricoprire il ruolo di manager della società. Ho in mente qualche nome ma per adesso lo tengo per me per rispetto di tutti. Ciò che conta, ripeto, è scegliere persone capaci e mantenere l’atteggiamento lombardo improntato alla serietà, al pragmatismo e alla collaborazione tra istituzioni».

Lo stadio di San Siro deve restare in piedi fino al 2026?

«Sì. A San Siro è prevista la cerimonia di inaugurazione dei Giochi Olimpici. Il nostro dossier di candidatura dice questo».

Ieri sera il Movimento 5 Stelle ha provato ad intestarsi il risultato ottenuto a Losanna, salvo poi fare marcia indietro di fronte alle critiche piovute sia da destra che da sinistra. Lei che pensa a proposito?

«È sotto gli occhi di tutti come sono andati i fatti. È chiaro a tutti chi ha creduto fin da subito alla possibilità di portare a casa le Olimpiadi e chi invece ha avuto un atteggiamento diverso. Detto questo, non mi curo di chi si intesta un risultato così importante senza alcun pudore e solo per provare a conquistare voti in più».

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