Olimpiadi 2026, il sindaco Sala affonda Torino

Il sindaco: Appendino chiede un voto? Non è più tempo per le parole

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Milano, 3 ottobre 2018 - Torino non si arrende e l’ala grillina del Governo la spalleggia. La candidatura Milano-Cortina d’Ampezzo per le Olimpiadi invernali del 2026 è già stata ufficializzata dal Coni, pronto a presentarla durante l’esecutivo (oggi e domani) e la sessione (8-9 ottobre) del Comitato olimpico internazionale (Cio) in programma a Buenos Aires. Ma la sindaca del capoluogo piemontese Chiara Appendino ritiene la partita ancora aperta: «Non è finita. Se esiste Milano-Cortina, ma il dossier non c’è, esiste anche Torino. Credo che per correttezza e trasparenza bisognerebbe mettere a confronto e ai voti le due candidature». La prima cittadina di Torino chiede un voto in sede Coni, ma i tempi non sembrano esserci. Intanto il vicepremier e leader del M5S Luigi Di Maio ribadisce che il Governo non tirerà fuori neanche un euro per i Giochi del 2026 e fa capire che avrebbe preferito la candidatura di Torino: «L’evento si poteva fare in una sola città e lì avremmo anche aiutato». Il governatore piemontese ed esponente del Pd Sergio Chiamparino, intanto, se le prende con l’esecutivo giallo-verde: «Il Governo sta mettendo il Piemonte in un angolo. Questa ne è la cartina di tornasole e io farò il possibile per impedirlo».

La replica lombardo-veneta agli affondi di Torino non si fa attendere. Il sindaco Giuseppe Sala, a chi gli chiede delle esternazioni della Appendino, risponde così: «Io non voglio alimentare la polemica. Per me il tempo delle parole è finito. Adesso è il tempo dei fatti. Il fatto del momento è preparare il dossier. Ci vedremo giovedì (domani, ndr) a Venezia perché dobbiamo sbrigarci. Alla luce dell’esperienza che ho avuto in Expo 2015, se ci sono territori che sono convinti di realizzare l’evento, il problema non è il dossier. Tridente con Torino? A questo punto credo che sia impossibile, noi abbiamo preso la decisione di scommettere sulla candidatura del lombardo-veneto e il Coni l’appoggia. La Appendino vuole il voto sui due dossier contrapposti? Non ho nulla in contrario. Di Maio? Le sue sono parole che derivano da posizionamenti politici. Nel 2026 chissà se io e Di Maio saremo ancora in politica». Sala non sembra preoccupato neanche dal nodo dei fondi. L’Italia dovrà garantire 380 milioni di euro per realizzare l’evento, in caso di assegnazione da parte del Cio: «Non sono preoccupato perché le risorse da reperire non sono così ingenti e perché ci sono otto anni per reperirle. In otto anni cambieranno tantissime cose. Intanto i due presidenti di Regione Attilio Fontana e Luca Zaia sono determinati a garantire i fondi necessari. Nella prima fase della candidatura è sufficiente garantire le risorse, non sborsarle».

 

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