Asse tra Fontana, Zaia e Sala: fuori Torino. "Avanti con le Olimpiadi del lombardo-veneto"

Milano e Cortina insieme oggi al Cio per la corsa in coppia

Milano pensa alle Olimpiadi

Milano pensa alle Olimpiadi

Milano, 19 settembre 2018 - Saranno la Regione Lombardia e la Regione Veneto a fare da garanti della candidatura alle Olimpiadi Invernali del 2026, non più il Governo. E la candidatura che sarà sottoposta al Cio non sarà più «italiana» ma «lombardo-veneta». Non più una candidatura a tre senza città capofila ma una candidatura a due con una capofila ovvia: fuori Torino, avanti con l’asse Milano-Cortina d’Ampezzo. Col capoluogo lombardo a fare da traino. Questo l’esito della giornata di ieri, la giornata della svolta per la missione a cinque cerchi. Che saranno le due Regioni a far da garanti è fatto assicurato da fonti del Coni in serata ma già suggerito nel tardo pomeriggio di ieri dal presidente dello stesso Comitato Olimpico, Giovanni Malagò, al termine di un faccia a faccia con Giancarlo Giorgetti, sottosegretario leghista con delega allo Sport: «Le Olimpiadi senza il Governo si possono fare: l’importante è che qualcuno metta le garanzie».

Parole, quelle di Malagò a proposito di garanzie e oneri, che ricalcano quelle proferite qualche ora prima dallo stesso Giorgetti e dal vicepremier pentastellato Luigi De Maio. Meglio riavvolgere il nastro. Sono da poco passate le 14 quando il sottosegretario leghista, in audizione al Senato, dichiara impraticabile la soluzione della canditura a tre: «Il governo non ritiene che una candidatura fatta così possa avere ulteriore corso. Questa proposta non ha il sostegno del governo e come tale è morta qui. Non intendo ribaltare la responsabilità su alcuni dei sindaci ma ritengo che una cosa così importante come una candidatura richieda una condivisione di spirito ed entusiasmo che io non ho rintracciato. Sono prevalse forme di dubbio e sospetto». Due gli scogli contro i quali si è schiantata l’ipotesi della candidatura in comitiva: l’indisponibilità di Chiara Appendino, sindaco di Torino, a deviare dalla delibera del Consiglio comunale che voleva il capoluogo piemontese come unico candidato alle Olimpiadi, e l’indisponibilità del sindaco Giuseppe Sala a deviare a sua volta dalla delibera del Consiglio comunale che voleva Milano come capofila della candidatura italiana. Il primo, in particolare, è fatto ammesso anche da Malagò.

Che un piano B fosse già pronto è dimostrato dalla rapidità con la quale lo stesso è emerso. Solo 31 minuti dopo l’inizio dell’audizione di Giorgetti, ecco il comunicato congiunto del governatore lombardo Attilio Fontana e del parigrado veneto, Luca Zaia: «Arrivati a questo punto è impensabile gettare tutto alle ortiche. La candidatura va salvata, per cui siamo disponibili a portare avanti questa sfida insieme. Se Torino si chiama fuori, a questo punto restano due realtà, che si chiamano Veneto e Lombardia, per cui andremo avanti con le Olimpiadi del Lombardo-Veneto. Il binomio delle due regioni che, di fatto, sono il motore trainante dell’intero Paese è – si badi la sottolineatura – la garanzia più importante per centrare l’obiettivo». Subito dopo ecco Sala: «La proposta di Zaia e Fontana merita un rapido approfondimento. Questa soluzione può funzionare». Giorgetti prima e Di Maio poi fanno sapere, allore, che Lombardia e Veneto possono andare avanti e concorrere per i Giochi del 2026 «ma senza oneri per il Governo». Netta la risposta, a domanda, di Fontana: «Ce la caveremo con i nostri soldi e con l’aiuto del Cio». Oggi davanti al Cio, in quel di Losanna, si presenteranno l’assessore milanese Roberta Guaineri e il vicesindaco di Cortina, Luigi Alverà.

E allora, ecco le prime ipotesi per il nuovo masterplan. A Milano dovrebbero essere ospitate tre discipline maschili e femminili: short-track, hockey femminile e maschile, pattinaggio di figura e di velocità quest’ultima disciplina andrà in scena nel palazzetto polifunzionale che sarà realizzato con fondi privati al quartiere Santa Giulia. In Valtellina le gare di freestyle, ma anche sci nordico e snowboard. Quindi Cortina, che metterà a disposizione la pista ghiacciata per bob, skeleton, slittino. E nella nuova ipotesi di candidatura a due tutto lo sci alpino sarà in Veneto. Attenzione poi alla Val di Fiemme (in Trentino), pronta ad abbracciare sia salto che combinata nordica. Il biathlon verrebbe ospitato ad Anterselva, nella Sudtirol arena, un impianto con 4 mila posti a sedere e 19 mila persone. Il curling sarebbe ospitato a Cortina, non più a Milano.

 

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