Olimpiadi 2026, il sindaco Sala: "Brand sarà Milano-Cortina"

Malagò lascia aperta la porta: Torino può ripensarci, c'è tempo

Giuseppe Sala e Giovanni Malagò (foto Newpress)

Giuseppe Sala e Giovanni Malagò (foto Newpress)

Milano, 19 settembre 2018 - "La mia non è una battaglia di arroganza, oggi avere davanti il nome di Milano è un bene per tutti, è un bene per l'Italia". Lo ha detto il sindaco di Milano, Giuseppe Sala in merito alla candidatura olimpica per i Giochi invernali del 2026, dopo che ieri Torino, città a guida M5S, si è sfilata. "Sono assolutamente d'accordo con l'accoppiata Milano e Cortina. Nel brand olimpico ci sarà Milano-Cortina 2026. Milano-Cortina in due giri di rolex". schera il primo cittadino prendendo in prestito la battuta dal mitico Dogui. "Ho sentito il sindaco di Cortina e lui è d'accordo -  Aggiunge Sala -. La mia battaglia non è di arroganza ma in questo momento avere davanti il nome e l'immagine di Milano è un bene per tutti, per questa città e per l'Italia, lo dice uno che è spesso all'estero e sente gli umori del mondo su Milano, una città che ha grande reputazione.

IL PRONOSTICO - Sala ha anche detto di ritenere "scontato che la candidatura verrà accettata. La candidatura italiana fa comodo anche al Cio. Poi aspettiamo: da qui a dire che sarà quella più forte, bisognerà lavorare"

LA STILETTATA - "Non è stata una decisione di escludere Torino - ha aggiunto Sala, rispondendo a distanza al sindaco Appendino -. Ci stavamo parlando nei giorni scorsi, ma si è sbloccato tutto con una telefonata che Zaia mi ha fatto all'alba di ieri dicendo che era necessaria una soluzione diversa e che il tempo si stava stringendo. E mi ha proposto questa via lombardo-veneta. Io ho detto di sì a patto che rispettasse le mie richieste. Io non mi sono mai espresso sulla preferenza tra due o tre candidati, ho sempre chiesto due cose precise: il primo nome deve essere Milano, la seconda cosa è che se è una candidatura molto diffusa è meglio che la governance la tenga il governo. O la affidate integralmente a Milano, e noi ce la sentiamo, oppure la prenda il governo e se la gestisca. A Giorgetti ho detto anche: occhio, che ti prendi anche i rischi".

IL GOVERNO - Il governo, proprio per bocca del sottosegretario leghista, si è tirato fuori, sostenendo che i fondi li dovranno trovare le città e le Regioni.  "Ieri sera - ha spiegato il sindaco di Milano - alle 5 abbiamo messo sul treno gli assessori allo Sport di Milano e Cortina e li abbiamo mandati a Losanna, perché oggi era la data ultima per confrontarsi con il CIO sostenendo un progetto. Il CIO chiede qualcuno che garantisca i fondi: se non lo fa il governo, lo fanno le regioni. Mi auguro che il Governo ci ripensi perché in sette anni tante cose possono cambiare, però i fondi per le Olimpiadi per come le stiamo immaginando non sono enormi. Per Expo ho raccolto alla fine circa 400 milioni e non c'era dietro un marchio importante come quello delle Olimpiadi". Ha detto Sala, ricordando come Lombardia e Veneto abbiamo un Pil più alto di quello dell'Austria o della Svezia. "Se portiamo a casa la designazione a settembre dell'anno prossimo, vedremo se il Governo potrà cambiare idea" ha concluso Sala, ricordando che "qui c'è una imprenditoria che di fronte a un progetto serio potrà aiutare. Con 7 anni di tempo i soldi si troveranno".

Ricostruendo l'iter, il presidente del Coni Giovanni Malagò ha ricordato come a far saltare il banco sulla candidatura olimpica a tridente con Milano, Torino e Cortina sia stata la sindaca del capoluogo piemontese Chiara Appendino. Ma ha lasciato la porta aperta: "Siamo ancora in tempo. Non credo che Losanna non ci prenda in considerazione, oggettivamente è assolutamente aperta. Con una candidatura a due "è sicuro che l'Italia ha meno possibilità di vincere, non avendo le garanzie del Governo". "Se Torino si ritira per motivi politici, il dovere del governo è sostenere chi non si ritira - ha detto il ministro dell'Interno, Matteo Salvini - Da italiano, sportivo e vicepremier farò tutto il possibile affinchè i Giochi vengano fatti in Italia: mi piaceva il progetto che coinvolge l'intero arco alpino, ci sono rivalità di campanile ma se un progetto è utile a 60 milioni di italiani il mio dovere è andare avanti".

 

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